Perché Instagram e Messenger potrebbero non attivare la crittografia end-to-end di default fino al 2023

La ricerca del giusto equilibrio tra privacy e sicurezza vede nella crittografia end-to-end di default di Instagam e Messenger un nodo da sciogliere

22/11/2021 di Ilaria Roncone

Si fa strada l’ipotesi che Instagram e Messenger non abbiano la crittografia end-to-end – quella che permette di visualizzare i messaggi solamente a mittente e destinatario – impostata di default fino almeno al 2023. L’eterna lotta tra privacy e sicurezza degli utenti prosegue: il ritardo, infatti, è dovuto all’intenzione di Meta di «fare le cose per bene», provando a trovare il giusto equilibrio tra il diritto degli utenti di essere i soli a vedere le proprie conversazioni e la necessità che, in caso di abusi, questi possano essere individuati (partendo, innanzitutto, da quelli che riguardano i minori).

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Crittografia end-to-end di default su Instagram e Messenger dal 2023

Ecco spiegata la ragione dell’annuncio, dunque. Se all’inizio di quest’anno Meta aveva annunciato il cambiamento per il 2022, ora arriva il passo indietro per tenere in considerazione la sicurezza degli utenti. Se Whatsapp supporta già la crittografia E2EE di default, per Instagram e Messenger occorrerà aspettare ancora un po’ anche nell’ottica delle nuove leggi sulla sicurezza che entreranno in vigore nel Regno Unito.

Antigone Davis, capo della sicurezza di Meta, ha fatto sapere in un post su The Telegraph che il ritardo è dovuto alla preoccupazione per la sicurezza degli utenti e la capacità delle piattaforme di poter fornire aiuto per identificare e fermare attività criminali. Il piano è quello di, una volta resa la crittografia end-to-end di default, «usare una combinazione di dati non criptati attraverso le nostre applicazioni, informazioni sull’account e segnalazioni da parte degli utenti» così da garantire sicurezza agli utenti mentre si «fornisce assistenza agli sforzi per la sicurezza pubblica».

La preoccupazione di Meta per la nuova legge UK

Intanto la stretta per i regolamenti che riguardano le piattaforme tech aumenta. A partire dal 2023, in questo senso, entrerà in vigore la legge britannica sulla sicurezza online. Il punto focale è quella dei bambini: alle piattaforme verrà infatti chiesto di proteggere i minori dai possibili danni nell’utilizzo; tra questi figura anche la difesa da contenuti abusivi, che andranno prontamente individuati. Il ministro dell’Interno del Regno Uniti Priti Patela ha criticato pesantemente l’utilizzo della crittografia end-to-end poiché può rendere più difficile prevenire gli abusi sui minori online «in un momento in cui abbiamo bisogno di agire di più» e in cui «Facebook sta ancora perseguendo i piani E2EE che mettono in pericolo il buon lavoro e i progressi che sono già stati fatti».

A farsi questo tipo di problemi non è solo il Regno Unito. Si contano ora, infatti, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada, India e Giappone. Tutti insieme hanno esplicitamente richiesto per le forze dell’ordine locali l’accesso alla crittografia backdoor per avere la possibilità di visualizzare i messaggi inviati nelle chat qualora fosse emesso un mandato. Insomma, una situazione che vede Meta camminare sul filo del rasoio provando a rimandare quanto più possibile la decisione alla ricerca del giusto equilibrio tra privacy e sicurezza.

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