Come Tim, Leonardo, Sogei e Cdp si sono divisi i compiti nella proposta del cloud della PA

Il progetto è stato inviato al Ministero dell'Innovazione e della Transizione Digitale

29/09/2021 di Gianmichele Laino

Si è concretizzata con l’invio della proposta sul tavolo del ministro Vittorio Colao e con una nota congiunta che ha confermato tutti i rumors degli ultimi giorni sulla partecipazione a quello che il ministero dell’Innovazione e della Transizione Digitale ha definito un PPP e non un vero e proprio bando per la realizzazione dell’infrastruttura del Cloud della Pubblica amministrazione in Italia. Gli attori coinvolti sono quelli che più hanno preparato il terreno nei confronti dell’opinione pubblica, attraverso notizie centellinate sulla loro partecipazione al progetto che periodicamente popolavano le pagine interne dei quotidiani nazionali, non solo quelli specializzati. Tim, Sogei, Cassa depositi e prestiti e Leonardo: eccola la cordata che si sta candidando alla realizzazione di tutto il progetto che il MITD ha presentato a inizio mese, nella conferenza stampa Strategia Italia Cloud.

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Proposta cloud PA, la mossa di Tim

La nota specifica che il controllo del cloud della Pubblica Amministrazione, se questa cordata dovesse concretizzarsi, sarebbe in ogni caso pubblico, con Tim che avrebbe il 45% delle quote e tutti gli enti a partecipazione pubblica a costituire il restante 55% delle quote, con una ripartizione tra loro (20% detenuto da Cdp, 25% da Leonardo, 10% da Sogei).

Nella comunicazione si sottolinea in maniera esplicita che la gestione di determinati aspetti cruciali di tutta l’infrastruttura potrà essere realizzata attraverso la partnership di operatori internazionali, al massimo livello (si parla, ad esempio, di Microsoft, ma anche di Google): «Nel progetto – si legge nella nota – saranno coinvolti operatori economici di primaria importanza nell’ambito dei servizi tecnologici e digitali con l’obiettivo di mettere a fattor comune le migliori competenze e le più avanzate tecnologie nazionali e internazionali». Si parla, inoltre, di server provider da individuare tra gli operatori internazionali. Insomma non si delega a quel principio che è emerso più volte nel corso di tutto l’iter di preparazione alle proposte: la tecnologia dovrà essere quella impiegata dai principali operatori internazionali, a dispetto delle soluzioni interne che anche il tessuto socio-economico italiano riesce a offrire.

La divisione dei compiti tra Tim, Leonardo, Sogei e Cdp

O almeno sono queste le caratteristiche della proposta presentata da Tim e dagli altri partner pubblici, che hanno così interpretato le parole e le indicazioni del ministero dell’Innovazione. Ecco come i vari attori della proposta sono pronti a fare ognuno la propria parte: Tim sarà in prima linea per l’infrastruttura di rete e per la fornitura delle piattaforme cloud, Leonardo, invece, si occuperà di mettere in sicurezza l’intero sistema, puntando molto su interventi a livello di security. Sogei offrirà la sua collaborazione a livello di business culture enablement e di formazione. Cassa depositi e prestiti, invece, non avrà un ruolo propriamente tecnico, ma sarà socio finanziario e investitore istituzionale. La palla, ora, passa al ministero.

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