Per Salvini il codice degli appalti è “una boiata che sta rallentando il Paese”
22/06/2020 di Daniele Tempera
Tempo di elezioni regionali, tempo di grande teatro. È indubbio che nelle campagne elettorali il leader del Carroccio dia il meglio di sé e anche questa volta non ha fatto eccezione. Il palcoscenico è Genova, dove il leader del Carroccio è arrivato e si è fatto intervistare, vestito da operaio, sul nuovo ponte. Qui ha liquidato il codice degli Appalti «Il modello Genova significa rialzarsi senza ritardi, senza incidenti, senza tangenti e senza truffe. Temo però che il rosso della Cgil blocchi tutto e sarebbe una follia rimanere ostaggio della burocrazia, di qualche sindacato o dei no del M5s» aggiungendo «voglio gru e cantieri dappertutto sbloccando il codice degli appalti, il codice degli appalti è una boiata pazzesca».
Come ha ricordato, ex presidente dell’Autorità Nazionale anti-corruzione Raffaele Cantone, il codice degli appalti fu varato nel 2016 per rispondere a una normativa comunitaria e minimizzare gli episodi di corruzione. «Non credo di sbagliare nel dire che quanto accaduto su quel testo non ha molti precedenti nella storia del nostro Paese: adottato con grandi auspici e senza nemmeno particolari contrarietà, da un giorno all’altro – afferma – è diventato figlio di nessuno e soprattutto si è trasformato nella causa di gran parte dei problemi del settore e non solo. E’ innegabile che da quell’articolato sono derivate delle criticità, ma ciò è dovuto soprattutto al fatto che è stato attuato solo in parte, mentre i suoi aspetti più qualificanti (la riduzione delle stazioni appaltanti, i commissari di gara estratti a sorte, il rating d’impresa) sono rimasti sulla carta» aveva dichiarato Cantone nel 2019. Ora il testo entra a far parte ufficialmente della campagna elettorale permanente del Salvini, oggi versione operaio.