Come Lega e M5S taglieranno le pensioni d’oro (da gennaio)
19/09/2018 di Redazione
La stretta sulle pensioni d’oro riguarderà anche gli organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, vale ovvero Quirinale, Parlamento, Governo, Corte costituzionale, Corte dei Conti, Consiglio di Stato, Consiglio Superiore della Magistratura, Consiglio Nazionale dell’economia e del lavoro. Sta nero su bianco nella proposta di legge presentata dal M5S e dalla Lega in commissione Lavoro alla Camera, che stabilisce che le misure debbano essere recepite “entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge“.
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PENSIONI D’ORO: TAGLI DAI 4500 NETTI
I tagli alle pensioni oltre i 4.500 euro netti partiranno dal primo gennaio 2019. Il meccanismo messo a punto prevede un ricalcolo, secondo il metodo contributivo, della quota retributiva delle pensioni e degli assegni vitalizi pari o superiori a 90.000 euro lordi annui e si applica anche agli assegni che hanno decorrenza anteriore alla data del primo gennaio 2019. I risparmi sono destinati all’incremento delle “Pensioni minime e sociali” quindi anche al progetto di pensione di cittadinanza che ha in cantiere il governo.
Aspetto curioso della vicenda è quanto sia M5S che Lega tengano a ribadire come la misura colpirà anche i sindacalisti. Obiettivo stabilito nella bozza è quello di rimediare alla disparità di trattamento in favore degli assegni previdenziali per i lavoratori delle organizzazioni sindacali. Il testo “mira a riportare ad un regime di equità l’applicazione del calcolo della base imponibile a fini pensionistici, attualmente più favorevole ai lavoratori delle organizzazioni sindacali“.
(In foto Matteo Salvini (s) e Luigi Di Maio nell’Aula di Montecitorio con il Parlamento riunito in seduta comune per l’elezione di un giudice della Corte costituzionale e di otto membri laici del Csm, Roma 19 luglio 2018. ANSA/GIUSEPPE LAMI)