Pegasus: «Nessun dispositivo è davvero invulnerabile, non esiste il punto zero della sicurezza»

Pegasus è costosissimo ma il mercato degli spyware è vasto e vario, l'unica soluzione è puntare puntare tanto sulla digitalizzazione quanto sulla cyber security

26/07/2021 di Ilaria Roncone

A parlare di Pegasus è stata – tra gli altri – la direttrice del Servizio Polizia Postale Nunzia Ciardi. Si tratta di un «software molto performante e sofisticato che viene inoculato nel dispositivo delle vittime ed è in grado di monitorarne alcune azioni». Il punto delle parole della direttrice è chiaro: nessuno è davvero al sicuro quando si tratta di attacchi hacker poiché la sicurezza assoluta non esiste e, piuttosto, è «un orizzonte che si allontana e bisogna continuamente cercare di raggiungere». In Italia il punto focale devono essere «le infrastrutture critiche pubbliche», che non sono ancora pronte per la protezione del mondo iper digitalizzato stiamo velocemente creando anche e soprattutto a causa della pandemia.

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«In Italia c’è molto da fare soprattutto per le infrastrutture pubbliche»

Nell’intervista rilasciata a Formiche.net Ciardi è stata molto chiara. Nel nostro paese «c’è molto da lavoro da fare, soprattutto per le infrastrutture critiche pubbliche. Non a caso il ministro Colao ha parlato di un alto numero di server della PA a rischio sicurezza». Nel corso della pandemia questo nostro lavorare e vivere maggiormente attraverso i dispositivi mobili – tablet, pc, smartphone – ha fatto sì che sempre più dati fossero inseriti in piattaforme diverse.

Piattaforme che, allo stato attuale delle cose, vanno difese puntando al meglio che c’è sul mercato: «Bisogna avviare una riflessione sull’opportunità di tener conto di un solo criterio, quello del minor prezzo, quando si tratta di approvvigionare la Pa con tecnologie sensibili». Anche considerato che gli attacchi hacker – soprattutto quelli ransomware – durante la pandemia «non solo sono aumentati quantitativamente, sono anche diventati più sofisticati» perché c’è una maggiore «targettizzazione delle vittime, soprattutto aziende».

Il prezzo proibitivo di Pegasus ne limita la diffusione

Riguardo, nello specifico, lo spyware israeliano Pegasus Ciardi ne sottolinea l’efficacia e l’assoluta pervasività, ovviamente, ma anche il costo. «Pegasus è uno spyware efficace e molto costoso, il prezzo proibitivo ne limita la diffusione – sottolinea – però di questi strumenti esiste un vero e proprio mercato». La soluzione è quindi quella di puntare sulla cubersicurezza in maniera parallela ai processi di digitalizzazione: «La digitalizzazione è fondamentale, ma la cybersicurezza deve accompagnarla. Altrimenti rischiamo di uscirne perdenti».

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