Per iscriversi in Serie A non c’è più bisogno del pareggio di bilancio. Ma va tutto benissimo

14/01/2020 di Redazione

Sarebbe bastato leggere con più attenzione il comunicato ufficiale n. 134/A del 16 dicembre 2019 della Figc per comprendere la rivoluzione copernicana a cui sta andando incontro la nostra Serie A. Una direzione completamente opposta rispetto ai parametri internazionali che, per esempio, si è sforzata di seguire la UEFA, pur con una serie di inspiegabili distiguo e di aperture di credito che universalmente erano state criticate come poco virtuose. In ogni caso, dalla stagione 2020/2021 non sarà necessario poter vantare il pareggio bilancio per iscriversi in Serie A.

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Pareggio bilancio, cade il requisito per l’iscrizione in Serie A

Una decisione clamorosa, che ha eliminato – con un colpo di spugna – il paragrafo relativo all’equilibrio dei conti nella parte del regolamento intitolata «Sistema Licenze Nazionali 2019/2020». Insomma, quanto rilevato in seguito alla decisione della Uefa di affidarsi al cosiddetto fair play finanziario nel 2016 è ritenuto evidentemente superato.

Il calcio, in seguito alla normativa sul pareggio di bilancio, ambiva a una gestione più etica delle società, evitando i casi clamorosi avvenuti in passato, con fidejussioni non onorate e conti in disordine che si ripercuotevano anche sulla gestione (e quindi sulle prestazioni) delle squadre iscritte al massimo campionato. C’era, certo, un margine entro il quale operare, equivalente al 25% della media del fatturato dei tre esercizi, che continuava a rappresentare un bel paracadute per le società che facevano più fatica (o che facevano scelte societarie diverse) a chiudere i libri contabili.

Negli ultimi anni si era avvertita, sebbene faticosamente, questa inversione di tendenza. Certo, i problemi non erano mancati e si erano aperti anche alcuni contenziosi con la Uefa (i mercati bloccati dell’Inter, per esempio, ma anche l’esclusione del Milan dalle coppe europee), ma nel complesso la gestione delle società era diventata più virtuosa.

Cosa comporta l’eliminazione del pareggio bilancio

Nulla a che vedere con il trambusto causato, ad esempio, dal fallimento del Parma di Tommaso Ghirardi, con la Serie A costretta a partecipare al ‘salvataggio’ societario per garantire la regolarità del campionato e con la dolorosa ripartenza di uno dei club più antichi e blasonati in Italia dalla serie D. Adesso, tuttavia, la norma sembra essere stata cancellata. Un modo per ampliare gli spazi di manovra di quelle squadre che gestiscono le proprie società non improntate a una logica ‘imprenditoriale pura’? La cancellazione del pareggio di bilancio andrebbe spiegata e non fatta passare sotto silenzio.

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