Il pacco bomba spedito al Viminale contro Lamorgese. Al suo interno ritagli che inneggiavano al ritorno di Salvini

05/12/2019 di Enzo Boldi

Poteva esplodere e provocare gravi danni a cose e persone. È questo quanto racconta il quotidiano Leggo che ha riportato la notizia di un pacco bomba spedito al Viminale contro l’attuale ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Il plico esplosivo è stato intercettato all’ufficio smistamento delle Poste di via Ostiense (Roma) ed è stato disinnescato dagli artificeri. Un ordigno che, secondo le indiscrezioni, è stato fabbricato artigianalmente da mani esperte. All’interno del pacco bomba Viminale anche alcuni ritagli di giornale che inneggiavano al ritorno di Matteo Salvini al Ministero dell’Interno.

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Come racconta Leggo, nella sua versione cartacea e in quella online, l’azione risale alla fine dell’ottobre scorso e non è mai stata rivendicata da nessuno. Il mittente, però, si è firmato come un sedicente movimento denominato «Nemici dello Stato». Il pacco bomba Viminale conteneva un innesco con alcune batterie e collegato a un contenitore (simile a un hard disk di un computer) con all’interno della polvere pirica. Il tutto realizzato per provocare una deflagrazione violenta e letale.

Pacco bomba Viminale contro Luciana Lamorgese

E la pericolosità di quell’ordigno è stata confermata dagli artificieri che l’hanno disinnescata. Il plico, in caso di esplosione, avrebbe provocato sicuramente danni a persone o cose nelle vicinanze. Il pericolo, dunque, era molto reale. Per fortuna, però, il pacco bomba è stato individuato dagli scanner e dal personale delle Poste di via Ostiense, e disinnescato dagli uomini del nucleo anti-sabotaggio.

La pista anarchico-insurrezionalista 

All’interno del pacco, c’erano anche i ritagli di alcuni articoli di giornale che inneggiavano al ritorno di Matteo Salvini al Viminale. La matrice, ovviamente, non sembra politica ma insurrezionale. Si sta indagando, da oltre un mese, anche su una pista anarchico-insurrezionalista per scoprire il mittente di quell’ordigno destinato al Viminale.

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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