App di dating, l’efficacia dell’algoritmo emotivo programmato da un team tutto al femminile

Once è l'app dello slow dating e dei match basati su molto più di semplici caratteristiche fisiche o risposte superficiali a un paio di domande

01/07/2021 di Ilaria Roncone

Cosa succederebbe se, invece che basarsi su aspetto fisico e caratteristiche superficiali, le piattaforme suggerissero le persone con cui fare match basandosi su un algoritmo emotivo app dating? La risposta ce la potrebbe dare Once, app leader nell’ambito dello slow dating, che ha lanciato The Love Experiment, il primo algoritmo che si basa sulla compatibilità emotiva creato in collaborazione con un team interamente al femminile ce comprende psicologhe e esperte di relazioni.

Si tratta di un approccio totalmente nuovo al dating online che trova le sue basi nell’analisi psicologica e comportamentale frutto delle risposte a un test di 28 domande. Il compito dell’algoritmo è quello di estrapolare, a partire da questo quiz, le dominanti psicologiche degli utenti classificandoli in 16 possibili tipi di personalità. Sono quattro i parametri sui quali si basa l’individuazione delle personalità: estroversione, fisicità, intuizione e indipendenza.

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Lo scopo è quello di catturare la complessità degli esseri umani

Proprio su questo principio sono state generate le celebri 28 domande che l’app sottopone agli utenti, già testate su 10 mila utenti e basate su tre criteri principali che Clementine Lalande, founder e CEO di Once, ha spiegato ai microfoni di Giornalettismo: «queste domande contribuiscono ad evidenziare il profilo emozionale degli utenti in base a una o più delle quattro caratteristiche che abbiamo scelto come cornice per il nostro test – ovvero estroversione, fisicità, indipendenza e intuizione che abbiamo citato prima -».

La chiave delle domande è che «i quesiti sono neutri, non ci sono risposte giuste o sbagliate, nessuna di queste sembrerà orientata da una parte o dall’altra». Questo significa che non viene espresso nessun tipo di giudizio e che il «livello di empatia dei questi quesiti punta a catturare la complessità degli esseri umani». Se 28 domande sembrano tante è fondamentale sapere che «le domande sono fatte apposta per essere divertenti poiché nessuna app di dating deve dare la sensazione di compilare un modulo di previdenza sociale o di fare un colloquio di lavoro e alcune sono anche tricky».

«Gli assi sui quali si basano le domande e i profili emotivi generati – continua Clementine – riguardano il rapporto che si ha con se stessi (estroverso <> introverso), con il mondo (intuitivo <> fattuale), in coppia (indipendente <> fusionale) e con il proprio corpo (cerebrale <> carnale)». Queste quattro dimensioni sono state suggerite da esperti di relazioni di coppia.

Come funziona l’algoritmo emotivo app dating

«L’algoritmo tiene conto – continua la CEO di Once – di una serie di cicli di feedback tra cui i profili che ti sono piaciuti, quelli con cui hai chattato e quelli con cui hai pianificato un appuntamento». A livello tecnico questo vuol dire che «il sistema di ponderazione che compone gli input dell’algoritmo viene cambiato –  inclusi i punteggi dei quattro assi sopra descritti – insieme alla distanza vettoriale e al punteggio di familiarità».

Questo algoritmo emotivo app dating mira a cambiare il mondo di queste piattaforme: «Speriamo che questa iniziativa possa ispirare altri sviluppatori di app di dating e che gli utenti ne siano entusiasti. Vogliamo riportare il lato umano al centro del mondo del dating online e rifiutare le “ricette facili” che sono state lo standard negli ultimi 10 anni». Quelli di app basate su algoritmi che puntano a matchare le persone basandosi su criteri molto più superficiali come l’aspetto fisico o le risposte a domande come “Hai tatuaggi?” – è il caso di Tinder, ad esempio -.

«Come è possibile che finora siano stati solo gli uomini a progettare app di dating?»

Indubbiamente una domanda interessante che la CEO si e ci pone. E, basandoci su questo assunto, «come possiamo sperare che questa scelta renda sia gli uomini che le donne felici?». Partendo da questo punto si evidenzia uno dei grandi problemi del mondo delle app e della tecnologia: «Le donne rappresentano solo una quota simbolica dei team tecnologici coinvolti e meno del 2% in una posizione di leadership – sottolinea Lalande – e questo noi lo consideriamo un problema».

«Così come un qualsiasi altro algoritmo, anche quello per le app di dating prevede un insieme di decisioni da prendere ed è pieno di pregiudizi cognitivi, compresi quelli su temi ampi come l’amore, le relazioni e la società nella quale viviamo – sottolinea la founder di Once – Un esempio è l’algoritmo di Tinder che favorisce le coppie in cui l’uomo è più vecchio della donna e con uno status sociale più elevato».

Clementine non esita a bollare gli algoritmi delle app di dating «di stampo patriarcale perché basati su aspetto fisico e norme sociali, che sono strategie riproduttive di quel retaggio». Assolutamente insufficienti per formare coppie felici. «Da qui nasce la nostra iniziativa di generare match abbinando gli utenti in base al loro profilo emotivo, riportando cioè le emozioni al centro del mondo del dating. E vorrei sottolineare che il nostro scopo non è escludere gli uomini dal mondo del dating! Siamo qui per ricostruirlo insieme», conclude Clementine.

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