«I giovani potrebbero dover aspettare il vaccino fino al 2022, priorità a operatori sanitari e anziani»

La vaccinazione non potrà essere rapida e potrebbe volerci un anno prima che il farmaco arrivi a determinate categorie

15/10/2020 di Ilaria Roncone

La situazione Covid rimane grave in tutto il mondo e in tutta Europa, coi contagi che aumentano ovunque. In Germania sono stati registrati oltre 6.600 nuovi casi – comunque meno che in Italia ieri, dove abbiamo registrato il massimo numero di nuovi positivi di sempre -, in Francia il virus spaventa Parigi e tutte le grandi città, con Macron che conferma la voce del coprifuoco che girava già negli scorsi giorni. La situazione – definita «preoccupante» – ha richiesto un coprifuoco dalle 21 elle 6 del mattino per l’Ile de France, Parigi, Grenoble, Lille, Lione, Aix-Marseille, Rouen, Tolosa e Montpellier. Anche a Londra l’allerta è alta, con il divieto di riunirsi in casa con gli amici. Intanto dall’Oms arriva la consapevolezza che «i giovani potrebbero dover aspettare il vaccino fino al 2022».

LEGGI ANCHE >>> Covid, l’Oms avverte: «Immunità di gregge impossibile senza il vaccino»

Vaccino giovani: per loro potrebbe arrivare nel 2022

Il parere dell’Oms è chiaro in tal senso: se uno è giovane e in salute potrebbe dover aspettare fino al 2022 per vaccinarsi contro il coronavirus. Queste parole arrivano dalla ricercatrice capo dell’Oms, Soumya Swaminathan, che prevede l’impossibilità di procedere con una vaccinazione di massa rapida contro il Covid. Ci sarà, logicamente, da dare precedenza a determinate categorie. Intanto il direttore dell’Oms Hans Kluge ha riferito, in un brifieng di aggiornamento sul coronavirus, che «il lockdown oggi non è come quello di sei mesi fa. Prima era una chiusura totale, adesso significa un insieme di misure progressive per contenere la diffusione del coronavirus». Anche l’Oms è convinto che un lockdown generalizzato, se si procede per gradi e le misure vengono rispettate, non sarà più necessario.

«La priorità l’avranno gli operatori sanitari e quelli in prima linea»

Come è logico che sia «la priorità l’avranno gli operatori sanitari e quelli in prima linea, su questo siamo tutti d’accordo», ha detto la ricercatrice capo dell’Oms, «ma anche in quei casi bisgnerà stabilire chi corre i rischi più alti. Poi ci saranno gli anziani». Queste nozioni sono state date durante un evento su Twitter, precisando anche che quindi – come diretta conseguenza – «un giovane in salute potrebbe dover aspettare fino al 2022».

Share this article