«Ogni notte dovevo tenere il pene a Michael Jackson»

25/11/2013 di Redazione

«Michael non si fidava di nessuno. La sua camera da letto mandava cattivo odore perché non faceva nemmeno entrare le cameriere per pulire. C’erano vestiti sparsi ovunque». A parlare è il dottor Conrad Murray, il medico personale di Michael Jackson che, nella sua prima intervista pubblica dopo aver scontato metà della sua pena, racconta gli ultimi giorni di vita del Re del pop e rivela: «Non sono stato io a ucciderlo. L’ha fatto lui, da solo, usando una dose massiccia dalle sue scorte personali di anestetico che usava per dormire».

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Conrad Murray, l’ex medico personale di Michael Jackson (foto: Daily Mail)

LA VERITÀ DEL DOTTOR MURRAY – L’ormai ex dottor Murray è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere per aver somministrato al cantante un potente anestetico che lo avrebbe condotto alla morte. Tre settimane fa, racconta il Daily Mail, il medico sessantenne è stato rilasciato dopo aver scontato metà della pena prevista. Ai giornalisti  ha raccontato che, poco tempo prima di morire, Jackson gli aveva confessato che ci sarebbero state «solo quattro persone» nella sua famiglia: i suoi tre figli e lo stesso Conrad, che ha rivelato di essersi sentito particolarmente lusingato per quell’attestazione di stima da parte di «quell’uomo così solo», che aveva passato notti intere a parlargli dei propri dolori e delle proprie ansie.

OGNI SERA GLI SISTEMAVO UN CATETERE – «Non ho mai somministrato a Michael niente che avrebbe potuto ucciderlo – ha ripetuto Murray ai giornalisti del Daily Mail in un’intervista rilasciata ieri – Gli volevo bene, gliene voglio ancora e gliene vorrò sempre». Tra la pop star e il suo medico personale si sarebbe instaurato un rapporto estremamente intimo: «Volevate sapere quanto fossimo vicini? – ha dichiarato – Ogni sera gli prendevo il pene per sistemargli un catetere, visto che di notte era incontinente». Una lunghissima intervista durata oltre cinque ore, nel corso della quale Murray ha raccontato in che stato versava Jackson al momento della sua morte, dal punto di vista fisico, psicologico e persino finanziario. Un orrore causato dalla sua dipendenza dai farmaci: «Ho cercato di proteggerlo, invece sono precipitato insieme a lui».

MI IMPLORAVA DI DARGLI QUEL FARMACO PER FARLO DORMIRE – Conrad Murray era diventato il medico personale di Michael Jackson nel 2006. All’inizio il dottore non sapeva che il cantante faceva uso di Propofol per riuscire a dormire, ma tutto gli apparve improvvisamente chiaro quando scoprì le sue riserve di quel potente anestetico, lo stesso che lo avrebbe condotto alla morte nella notte del 25 giugno 2009. «Mi aveva detto che erano stati dei dottori in Germania a somministrarglielo. Io non ero per niente d’accordo, ma Michael non era il tipo di persona a cui potevi negare qualcosa. trovava sempre un modo. […] Mi implorava di dargli quel farmaco perché voleva dormire per non pensare. Era in piena crisi, una crisi fatta di panico e dolore. Ero seduto accanto a lui mentre gli facevo la flebo. Gli somministravo una una dose molto blanda, una leggera sedazione. Non avrei mai prescritto a Michael quel farmaco, ma io volevo solo aiutarlo». E ancora: «Era un uomo distrutto, era fisicamente molto fragile. Pesava pochissimo e soffriva di spasmi, insonnia e sbalzi d’umore. Dovevo obbligarlo a mangiare e a bere, era sottoposto a una pressione enorme. I suoi figli gli dicevano che erano stanchi di vivere negli hotel».

«MICHAEL JACKSON HA UCCISO MICHAEL JACKSON» – Quella sera sarebbe andata allo stesso modo: tornato dalle prove del concerto che avrebbe dovuto tenere a Londra, Jackson avrebbe implorato il dottor Murray di dargli un po’ di «latte» per poter dormire, riferendosi al propofol con il nomignolo cui era solito chiamare quel farmaco. Quello che Murray non sapeva era che il cantante stava assumendo anche il demerol, un potente analgesico, che avrebbe contrastato l’azione dell’anestetico. Divorato dall’insonnia, una volta rimasto solo, il cantante si sarebbe iniettato da solo un’altra dose. Quella letale. «Non sono stato io a uccidere Michael Jackson – ha concluso il dottor Conrad Murray – Michael Jackson si è accidentalmente ucciso da solo».

(Photocredit copertina: Getty Images)

 

 

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