La scoperta di un nuovo virus potenzialmente pandemico in Cina potrà bloccare la sua diffusione
30/06/2020 di Gianmichele Laino
La scoperta di un nuovo virus cinese ha mandato in allarme l’opinione pubblica, ancora molto scottata da quanto accaduto sul coronavirus. Ma vi spieghiamo brevemente perché questo nuovo virus, una mutazione dell’H1N1 che provocò un’altra epidemia nel 2009, non ha nulla a che vedere con il coronavirus e con la pandemia di Covid-19 a cui abbiamo assistito negli ultimi tre mesi.
Nuovo virus cinese, variazione dell’H1N1: cosa c’è da sapere
Innanzitutto, non si è trattato di una scoperta casuale come quella avvenuta a inizio gennaio in Cina (o, meglio, come la comunicazione da parte del governo di Pechino che è stata fatta a gennaio sul coronavirus). Esiste infatti un programma dell’Oms che lavora proprio per individuare nuove potenziali malattie che, in futuro e se non trattate adeguatamente, potrebbero provocare nuove ondate pandemiche. Anche questo nuovo virus cinese, variazione dell’H1N1, potrebbe essere potenzialmente pandemico.
Ricordiamo, infatti, che nel 2009 ci furono diversi contagi della malattia che venne comunemente definita influenza suina e che anche in quei giorni si sviluppò una pandemia a livello planetario (ad esempio, ci furono quasi 1,5 milioni di casi in Italia, con una percentuale di mortalità molto ridotta, però, rispetto al coronavirus).
La mutazione dell’H1N1 ha imparato a utilizzare l’organismo dei maiali per modificarsi e, quindi, poter attaccare anche l’uomo. Ma il programma di sorveglianza che ha portato alla luce questo nuovo virus è attivo da anni e sta studiando le mutazioni da diverso tempo. Negli ultimi giorni è stata comunicata la scoperta di questo nuovo virus che, tuttavia, non ha mai aggredito l’uomo. Questa mutazione è stata descritta in un lavoro scientifico pubblicato da George Gao e Jinhua Liu, rispettivamente delle Università agrarie di Pechino e Shandong, sulla rivista dell’Accademia delle Science degli Stati Uniti.
Nuovo virus cinese, la ricerca che ha permesso di scoprirlo
Con questo virus, la comunità scientifica ha il vantaggio che con il coronavirus non ha avuto: conoscerlo in anticipo, prima che possa essere trasmesso da uomo a uomo ad esempio, e codificarne la conformazione. Al momento, non sono descritti nella ricerca – proprio perché la trasmissione da essere umano a essere umano non è ancora mai avvenuta – i sintomi che questo nuovo virus potrebbe far insorgere.
È lecito avere timore rispetto a nuove potenziali pandemie: il coronavirus ci ha mostrato quanto possano essere distruttive. Tuttavia, è opportuno sottolineare che casi del genere si sono ripetuti più volte già in passato e la comunità scientifica lavora proprio per evitare l’effetto Covid-19 sul pianeta.