Nokia lascia la Russia, ma proprio lì avrebbe lasciato strumenti per la sorveglianza digitale dei dissidenti

Gli strumenti della multinazionale finlandese sarebbero, quindi, stati usati per individuare i sostenitori di Navalny, leader dell'opposizione russa

28/03/2022 di Martina Maria Mancassola

Nokia in Russia. Secondo il New York Times: «Nokia lascia la Russia, ma lascia strumenti per sistema di sorveglianza». Che cosa significa? Che ma la multinazionale finlandese, sebbene abbia dichiarato la sua volontà di interrompere le vendite in Russia, avrebbe in realtà lasciato in Russia numerosi software ed apparecchiature per la sorveglianza digitale dei dissidenti. Gli strumenti della Nokia sarebbero, dunque, stati usati per individuare i sostenitori di Navalny, leader dell’opposizione russa. Attraverso il Sistema per le attività investigative, «SORM», Putin eliminerebbe ogni voce contraria alla sua invasione in Ucraina. La multinazionale respinge le accuse.

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Nokia in Russia: la società ha abbandonato il Paese?

Anche Nokia, produttore di apparecchiature di rete, come tantissime altre società e piattaforme, interrompe le sue consegne nel territorio invasore per dar corso alle sanzioni occidentali contro la Russia, dichiarando la sua decisione a Reuters: «questa è una situazione complessa che si sta evolvendo rapidamente e continuiamo a valutarla ed osservarla da vicino, sperando di fare la cosa giusta». Nokia non è di certo l’unica azienda del settore che ha sospeso i suoi servizi in Russia. Anche Apple ha interrotto i suoi servizi nel paese invasore, come anche Google, Ford, Harley-Davidson e Exxon Mobil. Nokia dichiara che secondo la legge russa, è obbligatorio creare servizi che permettano all’operatore di telecomunicazioni russo di connettersi al Sistema «SORM», sistema per le interfacce di intercettazione legale di telecomunicazioni e reti telefoniche operanti in Russia. Secondo quanto sostiene la multinazionale, tale richiesta sarebbe, in realtà, simile a quella di altri paesi, nel senso che le società devono decidere se aiutare a far funzionare Internet o lasciare il paese in cui offrono i loro servizi. Nokia ha anche affermato di non produrre, installare o riparare apparecchiature SORM, limitandosi a seguire gli standard internazionali, utilizzati da molti fornitori della rete. Nokia, dopo aver invitato i governi ad individuare regole più precise e chiare su dove la tecnologia possa essere venduta, dichiara di condannare «inequivocabilmente» l’invasione russa dell’Ucraina. 

Le sue strutture per permettere a Putin di controllare i dissidenti

Secondo i rapporti, però, i documenti analizzati dal The Times, che vedono Nokia coinvolta nelle attività di intercettazioni russe, facevano parte di quasi due terabyte di email interne a Nokia, schemi di rete, contratti, contratti di licenza e foto. L’azienda UpGuard ed il sito web di notizie TechCrunch, avevano in precedenza riportato alcuni documenti che collegavano Nokia al sistema di sorveglianza statale. La società si difende affermando che «Nokia non ha la capacità di controllare, accedere o interferire con qualsiasi capacità di intercettazione legale nelle reti che i nostri clienti possiedono e gestiscono». Nokia esclude ogni suo coinvolgimento, ma secondo The Times la stessa era pienamente a conoscenza delle attività illegali russe realizzate tramite le sue strutture lasciate nel paese. I documenti, infatti, mostrano l’invio di ingegneri di Nokia per esaminare SORM, i dettagli del lavoro dell’azienda in più di dodici siti russi, fotografie della rete MTS collegata a SORM, planimetrie dei centri di rete e istruzioni di installazione da una ditta russa che avrebbe prodotto le apparecchiature di sorveglianza. Dopo il 2017, data in cui i documenti terminano, la multinazionale avrebbe continuato a lavorare con il network provider MTS e anche con altre società di telecomunicazioni russe. SORM, che opera dagli anni ’90 almeno, tra l’altro, pare simile ai sistemi utilizzati dalle forze dell’ordine di tutto il mondo per eseguire intercettazioni e sorvegliare le attività criminali. Nokia, come i produttori di apparecchiature per le telecomunicazioni, risultano spesso tenuti a garantire che tali sistemi di «intercettazione legale» funzionino regolarmente all’interno delle reti di comunicazione. Nei sistemi democratici però, a differenza della Russia, la polizia deve prima ottenere un’ingiunzione del tribunale se vuole richiedere dati al servizio di telecomunicazioni fornitore. In Russia, infatti, il sistema SORM aggira questo processo, apparendo più come un mezzo di controllo in grado di reperire tutti i dati desiderati dall’FSB senza alcun intervento preliminare dell’autorità giudiziaria.

Nel 2018, la Russia ha adottato una legge che permette alle autorità di richiedere alle società di telecomunicazioni e Internet i dati delle comunicazioni degli utenti anche senza un ordine del tribunale. Le aziende sono state anche obbligate dalle autorità ad archiviare conversazioni telefoniche, messaggi di testo e corrispondenze via email per un massimo do sei mesi, mentre la cronologia del traffico Internet per 30 giorni. SORM appare, allora, un sistema di censura separato che il governo di Putin avrebbe sviluppato per limitare l’accesso ai siti Internet. Gruppi di civili, avvocati e attivisti censurano da anni tale modalità operativa da parte del governo russo, che utilizza SORM per spiare i rivali di Putin e chi lo critica. Oggi il sistema è molto probabilmente utilizzato per eliminare il dissenso contro la guerra in Ucraina. Il governo russo ha, infatti, interrotto i servizi Internet occidentali forniti dalle piattaforme social come Facebook e Instagram. Secondo i diagrammi di flusso, molti dati sarebbero stati trasmessi agli uffici di Mosca e dell’FSB in tutto il territorio russo, e dunque, presumibilmente utilizzati dagli agenti per cercare le comunicazioni delle persone a loro insaputa: «non saprai mai che la sorveglianza è stata effettuata a tutto», dichiara Sarkis Darbinyan, avvocato russo che ha co-fondato Roskomsvoboda, un gruppo per i diritti digitali.

Il contenuto di questo articolo deve prendere in considerazione questa risposta di Nokia arrivata oggi in redazione.

Foto IPP/zumapress

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