Nokia in Russia: «Non abbiamo un ruolo attivo nell’abilitare le apparecchiature SORM»

L'ufficio stampa di Nokia ci ha contattati in merito ad alcune dichiarazioni infondate in origine riportate dal New York Times e oggetto del nostro precedente articolo

29/03/2022 di Martina Maria Mancassola

Nokia su SORM: a proposito del nostro articolo che ha citato una ricostruzione del NYTimes sulla decisione della multinazionale Nokia di non fornire più i propri servizi in territorio russo a causa dell’invasione di Putin in Ucraina, ma di aver avuto un ruolo attivo nelle intercettazioni dei russi durante la guerra in Ucraina, siamo stati contattati dall’ufficio stampa di Nokia, che segnala lo statement della multinazionale a proposito di alcune circostanze già emerse e chiarite nel 2019. 

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Nokia su SORM: la multinazionale non ha avuto un ruolo attivo, diversamente da quanto sostenuto in origine dal Times, nell’abilitare le strutture SORM in Russia

Ieri abbiamo raccontato la decisione di Nokia, società produttrice di apparecchiature di rete, di interrompere le sue consegne in Russia per dar corso alle sanzioni occidentali contro quest’ultima, che infatti dichiarava a Reuters: «Questa è una situazione complessa che si sta evolvendo rapidamente e continuiamo a valutarla ed osservarla da vicino, sperando di fare la cosa giusta». Nokia ci ha contattati oggi per chiarire alcuni punti emersi nel recente articolo da noi pubblicato: «Il New York Times, nel suo articolo del 28 marzo, fa alcune affermazioni riguardo il ruolo che Nokia ha avuto nel sistema per le attività investigative della Russia, noto anche con la sigla SORM. Nokia ritiene questo articolo fuorviante. Come chiarito al New York Times, Nokia non produce, installa o supporta apparecchiature o sistemi SORM. Qualsiasi allusione a riguardo, non è corretta» – dichiara un portavoce di Nokia.

Nokia è uno dei tanti fornitori di infrastrutture di rete che hanno fornito il mercato russo, ma le reti Nokia non hanno avuto un ruolo attivo nell’abilitare le apparecchiature SORM. Come gli altri fornitori di infrastrutture di rete, Nokia deve garantire che i prodotti di rete offerti «abbiano la capacità passiva di interfacciarsi con le apparecchiature legali di intercettazione delle forze dell’ordine. Ciò è regolato da standard riconosciuti a livello internazionale, così come dalle normative locali». Si aggiunge che, come qualsiasi accordo sottoscritto da Nokia, passi attraverso uno stringente processo di valutazione dei diritti umani, esaminato esternamente e controllato dalla Global Network Initiative (GNI). La multinazionale Nokia è la prima e unica fornitrice di apparecchiature per le telecomunicazioni a ricorrere a questo sistema di valutazione esterna.

Nokia non sarebbe a conoscenza dei documenti sui quali il NY Times avrebbe basato il suo articolo e, quindi, non ha mai potuto valutarne la loro autenticità. Tuttavia, il NYT è intervenuto confermando a Nokia che si trattava degli stessi documenti condivisi e riportati pubblicamente da TechCrunch nel 2019; documenti che, come già chiarito a quel tempo, non mostrano la produzione, l’installazione o il supporto di apparecchiature o sistemi SORM da parte della multinazionale.

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