No, la senatrice Liliana Segre non ha mai detto che “il nazismo ucraino è buono”

Il fatto che sia una superstite dell’Olocausto non è bastato a fermare i commenti che la definirebbero una esaltatrice del "nazismo ucraino"

08/07/2022 di Clarissa Cancelli

«Il nazismo ucraino è buono, non è come quello tedesco». Queste sarebbero, secondo alcuni utenti di Twitter, le parole pronunciate da Liliana Segre. Come è noto, la senatrice è una superstite dell’Olocausto, testimone della Shoah italiana. Ma questo non è bastato a fermare i commenti che la definirebbero una esaltatrice del “nazismo ucraino”.

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La bufala su Liliana Segre

«Se è vero che la Segre ha detto questa cosa, non si può sentire», twitta una utente. «Se davvero Liliana Segre ha pronunciato questa frase, occorrerebbe, a mio modesto parere, toglierle il titolo di senatore a vita», scrive un altro. Seguono poi altri commenti, alcuni dei quali volti a difendere Liliana Segre: «Spero vi rendiate conto che è una bufala» è il leitmotiv. Durante il suo videomessaggio alla giornata di apertura del XVII Congresso Nazionale ANPI al Palacongressi di Riccione, la senatrice aveva effettivamente parlato della guerra in Ucraina, ma ovviamente utilizzando altri termini: «Non è concepibile nessuna equidistanza; se vogliamo essere fedeli ai nostri valori, dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all’invasione, per non perdere la propria libertà», aveva detto. A pochi giorni dal 25 aprile, la Festa della Liberazione, la senatrice a vita era poi tornata su quanto detto al Congresso: «Mi auguro al più presto la pace. Il popolo ucraino è stato aggredito dai russi e la sua resistenza va sostenuta. La pace non si ottiene restando indifferenti o attraverso progressivi cedimenti agli aggressori, ma garantendo una convivenza tra i Paesi basata sul diritto e sul rispetto».

Il falso video dei rifugiati ucraini che incendiano una casa per dare fuoco a una bandiera russa

Un’altra bufala che ha riguardato, in qualche modo, il conflitto in Ucraina è stata quella del presunto video della Bild che mostra alcuni rifugiati ucraini che incendiano una casa per dare fuoco a una bandiera russa. Come confermato da un portavoce del giornale scandalistico, il video è stato fabbricato utilizzando vecchi filmati che non c’entrano nulla affinché sembrasse realmente un contenuto legato alla Bild. La storia, costruita a regola d’arte in un contesto di disinformazione nel conflitto tra Ucraina e Russia che abbiamo imparato a conoscere bene, narrava di alcuni rifugiati ucraini che – volendo incendiare una bandiera russa – avrebbero dato fuoco a una casa intera in Germania. Nel video si vede quella che sembra una bandiera russa data alle fiamme utilizzando una bobina di Tesla. A seguire si vedono spezzoni di video che ritraggono una casa in fiamme e l’intervista a una donna in una casa danneggiata. Come ha ricostruito AFP, la notizia che ha fatto il giro del mondo non era però autentica.

 

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