Nina Zilli positiva: «Attaccata sul web perché ho consigliato di restare a casa»

La cantante ha ricevuto diversi messaggi d'odio sui social network

19/10/2020 di Gianmichele Laino

Lo sentiamo ripetere da marzo. Addirittura, sui social network, è diventato un hashtag. Restiamo a casa. Soprattutto nelle fasi calde dell’epidemia. E quella che stiamo attraversando in queste ore è una fase caldissima, forse cruciale per l’andamento della pandemia in Italia. Eppure, pronunciare quella frase sembra essere diventato una sorta di marchio d’infamia. Non importa se a pronunciarla sia una persona che, con il coronavirus, ha una diretta esperienza. La cantante Nina Zilli positiva nelle scorse ore lo ha sperimentato sulla sua pelle.

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Nina Zilli positiva e insultata sui social network

Ha raccontato via Instagram, sui social network e anche grazie a diversi articoli della stampa mainstream la sua vicenda personale. Tamponi e test sierologici in varie occasioni per tutti questi mesi e poi, forse, è bastata una cena al ristorante per prendersi il virus, per vedere la febbre salire e per affrontare un nemico invisibile e subdolo. Per questo motivo, la cantante ha voluto dare un consiglio alle tante persone che la seguono sui social network: «In queste due settimane è bene evitare gli assembramenti – ha detto -: il mio non vuole essere assolutamente un attacco ai ristoratori, ma solo un invito a non frequentare posti affollati. È un dovere dei cittadini ed è anche buonsenso, in questo momento delicato».

La colpa di Nina Zilli? Aver ribadito consigli dati dalle istituzioni sin da marzo

Eppure, per tutto il pomeriggio, Nina Zilli ha dovuto fronteggiare orde di haters sui social network che, armate delle loro tastiere degli smartphone, l’hanno insultata per un discorso totalmente condivisibile, a tal punto che – al giorno d’oggi – dovrebbe addirittura sembrare un consiglio banale, scontato. Evidentemente, però, non è così. Nina Zilli non ha fatto altro che rispettare in maniera scrupolosa quello che le istituzioni ci stanno dicendo da mesi. Nonostante questo, ha sperimentato la pericolosità della malattia che non guarda in faccia ai protocolli. Ha solo voluto ribadire il fatto di utilizzare la massima prudenza.

Ma il nostro mondo, soprattutto quello virtuale dei social network, non sembra essere ancora pronto per affrontare argomenti seri senza lasciarsi andare alla libertà dell’insulto. Bisognerebbe capire che siamo di fronte a una pandemia, non certo a una disputa ideologica.

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