NFT, un viaggio tra il presente e il futuro degli investimenti digitali

Proviamo a capire cosa sono i non-fungible token, come funzionano, come si realizzano e come si possono acquistare

17/07/2022 di Enzo Boldi

Nell’epoca del digitale, anche i certificati di proprietà hanno compiuto il grande salto dando vita a un mercato parallelo che vive all’interno della rete. Da oltre un anno, infatti, si parla insistentemente dei non-fungible token. Si tratta di veri e propri “oggetti digitali” di cui si può acquistare un unico certificato di proprietà. Di fatto, dunque, con questo sistema – che si basa sulla tecnologia blockchain – si può diventare detentori unici di un prodotto digitale. Ma questa è solo la punta dell’iceberg e non risponde totalmente alla domanda “NFT, cosa sono?”. Proveremo con questo articolo a dare tutte le indicazioni sulle funzionalità, le prospettive e i metodi di creazione/acquisto di tutto ciò.

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Nft significato e che cos’è il token

Partiamo dalla definizione che già ci aiuta a mettere il primo tassello alla risposta alla domanda “NFT, cosa sono?”. L’acronimo di tre lettere sta per non-fungible token. Per token, di fatto, si fa riferimento al termine “gettone”. Ovvero quel che fisicamente fa capire e percepire di essere in possesso di qualcosa. E questo termine, unito al concetto di “Non-fungible”, spiega bene la genesi di questo prodotto digitale: i NFT sono dei gettoni non fungibili. Cosa vuol dire non fungibili? Che sono unici, non possono essere riprodotti. Ed è proprio su questo concetto fondamentale, unito alla blockchain, che si basa il mercato di questi beni digitali non crittografati.

Non-fungible è il punto chiave di questi certificati. In che senso? Facciamo un rapido esempio: le criptovalute (qualunque esse siano) sono dei token fungible, cioè possono essere sostituiti con altri coin digitali. Un NFT, invece, vive e si alimenta della sua unicità: non può essere riprodotto e non può essere sostituito con un altro. Al suo interno, infatti, ci sono tutte le caratteristiche digitali che lo rendono unico e non replicabile. Per questo motivo il mercato NFT è strettamente legato ai diritti di video, immagini, opere d’arte e altro.

NFT, cosa sono: alcuni esempi

Questo principio ha reso, per molti mesi, il mercato NFT molto fecondo. Per molto tempo, infatti, abbiamo raccontato di grandissimi acquisti e iniziative che hanno provocato un elevato giro di affari e di interesse. Poi, però, anche a causa del crollo del mercato delle criptovalute, c’è stato un evidente calo delle contrattazione e anche dell’interesse pubblico (fatto eccezione per alcuni casi sporadici). Per esempio, nel febbraio del 2021 fece scalpore la vendita del NFT della famosa gif animata “Nyan Cat“, venduta per un controvalore economico di circa 500mila euro. E, solo qualche mese dopo, il meme “Side-Eye Chloe” è stato acquistato per circa 76mila dollari.

Valori economici di rilievo, tutti strettamente legati alla tecnologia blockchain. Perché, attraverso questo strumento, è possibile procedere con la creazione di certificati crittografici, fonte unica e univoca che caratterizza e differenzia un oggetto virtuale dall’altro. Non a caso, infatti, è molto in voga la crypto-arte: la messa in vendita di certificati di proprietà – unici e digitali – legati a varie forme di espressione artistica. Quindi, non solo meme, video e fotografie.

Come creare un NFT, come comprare Nft e dove comprare Nft

E dopo aver dato una risposta alla domanda “NFT, cosa sono?”, proviamo a immergerci in tutti gli altri aspetti che si legano maggiormente al mercato dei non-fungible token. Perché il fatto che si faccia riferimento alla tecnologia blockchain, alle criptovalute e alla crittografia può far pensare che non sia facile produrre questo tipo di oggetti digitali e metterli in vendita. Invece, il come creare un NFT ha una risposta piuttosto semplice: occorre, innanzitutto, creare una foto, un video (o similari, quindi meme, gif, canzoni, ) in forma originale e non frutto di un’operazione di plagio, poi utilizzare ed emoticon; poi convertirli in un file; infine utilizzare alcune piattaforme (come OpenSea) per settare i propri parametri relativi a uno o più file (perché si può creare un vero e proprio wallet con la propria collezione di “opere”). E il gioco è fatto. Ovviamente ci sono dei costi (delle commissioni) in base alla piattaforma utilizzata. E questo vale sia per le dinamiche di creazione che di vendita e/o acquisto.

Una volta creato, occorre sapere dove comprare NFT. Sul web – e OpenSea ne è un esempio – ci sono moltissimi marketplace che mettono a disposizione la propria vetrina: da Crypto a Binance, passando per Sorare e Foundation. Perché il mercato, soprattutto quello digitale, offre sempre un’ampia varietà di possibili soluzioni. E lì, su quelle piattaforme, è possibile vendere o acquistate i non-fungible token. Una volta completato l’acquisto, il certificato dovrà essere depositato in un wallet personale. Sempre in formato digitale.  Abbiamo detto che, ovviamente, tutto questo è legato alla tecnologia blockchain e alle criptovalute. Ma questo è solamente lo stato attuale dell’arte. Perché nel prossimo futuro si potrà bypassare il riferimento ai coin digitali e procedere con l’acquisto di uno o più NFT attraverso soldi reali. Almeno questo è quanto è stato promesso da Mastercard nel mese di giugno.

Il caso Siae in Italia

In Italia, per esempio, la prima società a cogliere al balzo l’ascesa del mercato dei Non-fungible token è stata la Siae. Era il mese di aprile dello scorso anno quando, a Giornalettismo, il direttore della sezione musica della Società Italiana Autori ed editori Matteo Fedeli aveva spiegato il progetto: «La volontà è quella di capire, come Siae, se effettivamente la tecnologia Blockchain, ma più in generale la possibilità di creare ecosistemi decentralizzati, possa avere gli effetti che tutti si auspicano su un mercato come quello dell’intermediazione del diritto d’autore».  Uno strumento presente, futuro e futuribile per la digitalizzazione dei certificati legati al diritto d’autore. Ovviamente, però, dopo l’enfasi iniziale (provocata da quel senso di novità), il peso mediatico di operazioni di questo tipo si è lievemente fermato. Trattandosi di un mercato volubile, strettamente legato alle criptovalute, occorrerà attendere la stabilizzazione del valore degli asset digitali fungibili per comprendere il reale valore e impatto di quegli asset che, per loro natura, sono non fungibili.

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