Avete mai sentito parlare del 6G?

Per una tecnologia che arriva, ce n'è sempre un'altra pronta a prenderne il posto

12/06/2022 di Redazione

Ma per cosa sta la G che segue il numero progressivo cardinale (ultimamente, siamo passati rapidamente dalla tecnologia, 3G alla 4G e ora ci stiamo affacciando al 5G)? Sta per generazione. Si tratta dell’avanzamento delle tecniche che investono il settore della telefonia mobile, quello che è in continua evoluzione, sempre più veloce, sempre più potente, sempre più adatto alla gestione di un grande quantitativo di dati. E se in questo periodo si parla tanto di 5G, è pur vero che sono state già gettate le basi per una ulteriore, nuova generazione di dispositivi mobili: i dispositivi 6G.

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6G, cerchiamo di comprendere qualcosa in più di una tecnologia che sembra arrivare dal futuro

È un salto in avanti di diversi livelli. Il 6G è una tecnologia che potrà essere fruibile a tutti soltanto nei prossimi anni, verosimilmente a partire dal 2030 in poi. A quell’altezza cronologica, invece, il 5G sarà soltanto un ricordo, uno strumento superato. Probabilmente, le varie teorie del complotto e le varie fake news sul suo potenziale dannoso saranno soltanto un brutto ricordo, etichettato dalle nuove generazioni come una pagina da dimenticare nella storia dell’evoluzione e del progresso.

Chi sta lavorando allo sviluppo della rete 6G parla di una vera e propria rivoluzione, un modo di intendere la rete (e internet) completamente diverso da quello a cui siamo attualmente abituati. Se adesso la rete è progettata per sostenere importanti carichi di traffico e di download di immagini ad alta risoluzione (immaginiamo, ad esempio, la qualità con cui – con il 5G – potranno essere trasmesse le dirette streaming, non solo sui social network ma anche su tutti gli altri OTT), sostenere la crescita sempre più pronunciata del mercato dell’Internet delle cose, il 6G sarà una tecnologia che renderà la rete sempre più compatibile e sempre più sovrapponibile alla nostra vita offline. Anzi, è sempre più probabile che in futuro questa differenza sarà sempre più sfumata. È verosimile, infatti, che il 6G sarà la tecnologia del metaverso, quella che renderà possibile la costruzione e la condivisione della realtà virtuale.

Le parole d’ordine della nuova rete 6G saranno trasmettitori e ricevitori a ottimizzazione automatica, spettro cognitivo e consapevolezza contestuale. Il tutto per permettere una ottimizzazione dell’utilizzo dell’AI (l’intelligenza artificiale) e dei sistemi di machine learning che, proprio in questa fase storica, stanno assistendo alla loro regolamentazione da parte delle istituzioni amministrative a diverso livello (da questo punto di vista, ad esempio, il Parlamento Europeo sta facendo un lavoro importante introducendo il cosiddetto AI Act, che – tra le altre cose – disciplinerà anche quel grande mare magnum di questioni morali rappresentato dal riconoscimento biometrico.

Differenze tra 5G e 6G

Ma quali sono le reali differenze tra 5G e 6G? Innanzitutto, si parla di un livello di banda che viaggia al di sopra dei valori di 100 GHz. Le frequenze del 6G risultano essere, si stima, 100 volte superiori a quelle del 5G perché si basano su onde sub-millimetriche. Al momento, invece, il 5G utilizza onde millimetriche. Se la velocità di navigazione – che già ci sembra stellare – raggiunta dalla rete 5G si aggira intorno al valore di più di 1 Gbps, la velocità di navigazione del 6G potrà raggiungere anche i 10-11 Gbps. Un grande passo in avanti verrà fatto anche a livello di sostenibilità ambientale. A differenza di quanto viene costantemente riportato in pubblicazioni complottiste e senza alcuna base scientifica, il 5G – insieme a tutte le altre tecnologie digitali di ultima generazione – potrebbe contribuire a ridurre di un valore pari al 15% le emissioni di anidride carbonica. Un risultato che potrà essere senz’altro migliorato dal 6G che si candida, dunque, a rappresentare anche una fonte sostenibile di innovazione.

Nonostante questi vantaggi – che ci permetteranno di vivere una esperienza digitale ancora più immersiva -, sicuramente il 6G, come capitato al suo immediato predecessore, potrà essere bersaglio di diverse illazioni e teorie del complotto. Abbiamo visto come, nell’epoca dei vaccini contro il coronavirus, il 5G sia stato inserito in quel flusso di informazione-spazzatura che metteva insieme direttrici completamente strampalate, che passavano dall’impianto di microchip sottopelle, a una presunta e fantomatica volontà dei potenti della terra (particolarmente presa di mira è stata la figura di Bill Gates) di controllare la popolazione proprio attraverso la rete 5G. Le altre fake news che riguardano questa tecnologia e che sono tra le più diffuse sono senz’altro quella della presenza di campi elettromagnetici molto più intensi che causerebbero seri problemi di salute, che causerebbero la morte in massa di stormi di uccelli, che permetterebbero con maggiore facilità ai pirati informatici di penetrare all’interno di vari sistemi e – quindi – hackerare con molta più agilità servizi e portali. Fino ad arrivare, ovviamente, all’assurda connessione tra l’evoluzione delle reti 5G e la diffusione della pandemia di coronavirus nel mondo. In un momento di fragilità dell’umanità – rappresentato dai due anni di pandemia compresi tra il 2020 e il 2022 e, successivamente, dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia -, notizie come queste hanno trovato il loro terreno fertile in una umanità disorientata, disperatamente alla ricerca di un nemico con cui prendersela, facendo prevalere l’istinto irrazionale. È facile immaginare, dunque, che complotti del genere potranno svilupparsi anche a proposito della rete 6G.

Il mondo che verrà con la nuova generazione del mobile

Tecnologie come quella degli ologrammi, come quella che permetterà di interagire nel metaverso, come quella che proteggerà le transazioni e che permetterà di tracciare in maniera univoca un prodotto digitale (si pensi, ad esempio, alla blockchain che è alla base degli NFT) saranno all’ordine del giorno. Una latenza inferiore a un microsecondo e una maggiore larghezza di banda permetteranno alla rete di raggiungere delle prestazioni al momento difficilmente immaginabili. Fino ad arrivare alla creazione dei cosiddetti “gemelli digitali”: un concetto che sembra quasi provenire da un orizzonte di fantascienza, ma che potrà permettere di intervenire – attraverso un processo di simulazione digitale delle sequenze temporali – sui processi che regolano le catene di produzione o lo stesso corpo umano, andando ad acquisire informazioni che potranno tornare utili nel risolvere grandi questioni aperte anche nella vita reale. Il 5G ci sta proiettando verso un presente più efficiente; il 6G, invece, ci spalancherà le porte del futuro.

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