I casi in cui il Parlamento Europeo sta pensando di consentire il riconoscimento biometrico

Rientrano nella proposta di legge - che ha come primo firmatario l'italiano Brando Benifei - sull'intelligenza artificiale

12/04/2022 di Redazione

Si stanno facendo passi in avanti, al Parlamento europeo, in merito all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e alla sua regolamentazione. Si tratta del cosiddetto AI Act, un documento che è stato portato avanti in sede legislativa dell’istituzione dell’Unione Europea e che ha tra i relatori anche l’italiano Brando Benifei. Si tratta di un provvedimento necessario per cercare di stabilire delle regole precise e puntuali rispetto a una tecnologia, quella dell’AI appunto, che risulta essere in grande espansione e che ha molti livelli di applicazione. Uno tra questi è rappresentato sicuramente dal riconoscimento biometrico, che il Parlamento europeo ha già avuto modo di prendere in considerazione in passato e che rappresenta una sorta di croce e delizia per le legislazioni di tutti gli stati membri.

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Riconoscimento biometrico e l’AI Act al Parlamento europeo

Nell’aprile del 2021 era circolata una prima bozza sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale che sembrava escludere in qualsiasi modo la possibile operazione di sorveglianza dettata dall’utilizzo del riconoscimento biometrico. Non a caso, si era sollevato un polverone tra i vari sherpa che, al contrario, spingevano per una riduzione all’interno di un quadro normativo ben preciso delle fattispecie del riconoscimento biometrico, ma non per la sua completa eliminazione. Una posizione intransigente che, tra l’altro, vedeva l’Italia in prima linea: il deputato del Partito Democratico Filippo Sensi era stato primo firmatario di una moratoria che vietava l’utilizzo del riconoscimento biometrico nei luoghi pubblici sul territorio nazionale. Lo stesso deputato si era reso protagonista di una interrogazione al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sul presunto utilizzo, da parte delle forze dell’ordine italiane, del sistema di riconoscimento facciale Clearview AI – estremamente contestato non soltanto nel nostro Paese, in grado di raccogliere miliardi di immagini attraverso lo scraping di fotografie pubbliche.

Insomma, la posizione dell’Italia sul riconoscimento biometrico è stata sempre abbastanza definita. Tuttavia, la nuova bozza dell’AI Act che è stata messa a punto dal parlamento europeo in questi giorni sembra procedere in una direzione diversa per quanto riguarda il riconoscimento biometrico stesso, lasciando alcuni margini per il suo utilizzo. Al momento, si sembra orientati nel permettere l’utilizzo di sistemi di riconoscimento biometrico per quanto riguarda, ad esempio, l’identificazione di possibili rapitori di minori, di responsabili di azioni terroristiche o, ancora, per sventare una minaccia ritenuta imminente. Ci sono tuttavia dei punti ancora da limare e non sappiamo ancora con esattezza quale sarà il testo finale che verrà sottoposto a votazione. Del resto, come riporta Repubblica, lo stesso co-relatore Brando Benifei ha dichiarato che sul tema non c’è ancora un accordo unanime e che ci sono ancora dei punti critici da esaminare.

Il divieto dell’utilizzo del riconoscimento biometrico sembra essere osteggiato in particolar modo dai politici conservatori, che ne gradirebbero l’utilizzo in chiave di sicurezza, soprattutto concedendo la possibilità di impiegare sistemi di riconoscimento biometrico in particolar modo alle forze dell’ordine. Al momento, comunque, resta garantito l’esclusione dell’utilizzo del riconoscimento biometrico per scopi diversi da quelli di sicurezza, come – ad esempio – la profilazione del quadro clinico o il cosiddetto social scoring.

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