Quanti anni ci vorranno prima che Neuralink faccia il suo debutto in commercio?
Secondo la Reuters, che ha avuto accesso a fonti privilegiate, e nonostante le possibili sperimentazioni umane, dovrebbero volerci almeno 10 anni
21/09/2023 di Gianmichele Laino
Al momento, l’unica cosa che procede spedita – e che ha un orizzonte di breve periodo – è la crescita del valore delle azioni di Neuralink. Per quanto riguarda i suoi effetti sulle persone, tuttavia, il tempo d’attesa è molto elevato. È quanto osservato dalla Reuters, che ha potuto avere accesso a dei dati riservati, per la valutazione del lavoro che l’azienda di proprietà di Elon Musk sta facendo, sia in ambito scientifico, sia in ambito economico-finanziario. Il valore delle azioni di Neuralink nel mercato statunitense è cresciuto notevolmente (arrivando – secondo l’agenzia di stampa internazionale – a 5 miliardi di dollari) soprattutto in seguito al semaforo verde della Food and Drugs Administration, che ha fatto partire – nonostante precedenti dinieghi – l’autorizzazione per la sperimentazione di Neuralink sull’essere umano. Ma per ottenere i risultati di queste sperimentazioni e renderli attendibili per una reale efficacia sui problemi che l’azienda di Musk si propone di curare bisognerà attendere anni. Tanti.
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Neuralink sul mercato: quando arriverà e cosa succederà
Allo stato attuale, in base alle valutazioni che sono state fatte da esperti del settore come Kip Ludwig, ex direttore del programma di ingegneria neurale presso il National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti, la previsione ottimistica è che Elon Musk potrebbe impiegare almeno 10 anni per commercializzare il suo impianto cerebrale. Dunque, mentre le azioni marciano a una velocità impressionante, gli effetti di questa impresa (che, al momento, sembra essere solo economica) avranno un orizzonte di tempo molto lungo.
Al contrario, ad esempio, di altri gruppi di lavoro scientifici che – pur non godendo della stessa fama, notorietà e pubblicità di Elon Musk – stanno portando avanti con serietà e rigore il proprio lavoro. È il caso di Corticale, una start-up italiana di cui vi avevamo già parlato. Solo per fare un esempio, per far sì che la loro tecnologia possa essere portata in applicativi umani, la road map prevista da Corticale prevede un orizzonte di 3-5 anni. Quindi, tempi dimezzati rispetto a Neuralink, per andare a operare in settori che la stessa Neuralink si propone di ispezionare: aggredire quelle neuropatologie non curabili come l’Alzheimer, l’epilessia, le ischemie.
Il problema che scientificamente sta incontrando Elon Musk – al netto delle autorizzazioni della FDA e del prezzo delle azioni sempre più galoppante – è quello di dimostrare che la tecnologia sia sicura. Non soltanto per un’applicazione “periferica”, come aiutare i pazienti paralizzati a comunicare attraverso testo computerizzato senza avere la necessità di una tastiera fisica, ma per quelli che sono gli obiettivi più ambiziosi elencati dal patron di Tesla (in un evento di presentazione che risale alla fine del 2022), tra cui addirittura la telepatia. Fantascienza, forse. Realisticamente, invece, c’è un percorso scientifico da seguire. Anche perché, in base alle dichiarazioni di Musk, Neuralink sembra entrare nel campo della brain augmentation. E qui non è solo questione di tempi, come vi avevamo spiegato in passato, ma anche di etica, di ciò che è consentito fare e di ciò che non è consentito fare.
Proprio un lungo percorso scientifico, tra l’altro, andrebbe a cozzare con la crescita impressionante del valore delle azioni di Neuralink, sebbene in presenza di una notizia tutto sommato positiva come potrebbe essere quella del via libera della FDA alla sperimentazione. La fase di studio e sviluppo all’interno della quale si trova Neuralink, infatti, è abbastanza preliminare. Secondo alcune fonti scientifiche, infatti, questa fase non giustificherebbe affatto il valore delle azioni di Neuralink. Segno tangibile che, forse, la presenza del “marchio Musk” sia più attrattiva del reale sviluppo scientifico e tecnologico di un progetto. La cosa è indicativa dei nostri tempi. Ma diventa realmente preoccupante se pensiamo che l’ambizione di Neuralink sia quella di operare in ambito sanitario. In quell’ambito in cui la vita non può essere scambiata sul mercato azionario.