Dal 1° marzo Netflix in Russia dovrà trasmettere canali filogovernativi
Da domani Netflix in Russia dovrà rispettare una serie di criteri per rimanere attivo nel paese
28/02/2022 di Ilaria Roncone
Partiamo dal presupposto che la Russia mette da sempre bocca sui contenuto dei big player come Netflix e, in generale, su tutto quello che viene pubblicato sulle piattaforme social. Ogni cosa deve rispettare le regole russe – imposte e fatte rispettare dal Roskomnadzor, regolatore di internet e telecomunicazioni del paese – e Netflix Russia da domani dovrà trasmettere i contenuti di venti canali vicini al governo russo senza alcuna possibilità di appello e nonostante si tratti di un servizio streaming. In Russia il governo stabilisce a quali siti gli utenti possono o non possono accedere, monitora quello che fanno in internet e impone regole precise sui contenuti trasmissibili o meno – pena, per le aziende che non accettano le regole, essere buttati fuori dal mercato russo -.
Un esempio concreto? Recentemente EA ha fatto uscire la sua espansione che prevede la possibilità di matrimoni gay che, però, non è stata lanciata in Russia. La ragione? Avrebbero dovuto censurare il core principale della storia e crearne una versione accettabile per il governo di Putin.
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Netflix Russia deve trasmettere contenuti filo governativi e censurare ciò che va contro
Le piattaforme come Netflix entrano in Russia a patto di essere disposte a trattare sui contenuti. Con l’arrivo della guerra la Russia sta pressando piattaforme come TikTok e Youtube affinché rimuovano contenuti relativi a guerra e militari che, in questi giorni, si stanno diffondendo e diventano virali nel giro di pochissimo. La centralità della comunicazione quando si tratta di guerra si vede anche sul fronte Netflix, considerato che il Roskomnadzor aveva chiesto alla piattaforma – a partire dal 1° marzo – di trasmettere in streaming una serie di canali di stato.
Netflix è stata inserita in una lista del servizio federale per la supervisione della connessione e la comunicazione di massa – così come viene definito – nel 2021. In questa lista di servizi audio e video ci finiscono tutte quelle piattaforme e applicazioni che arrivano a registrare più di 100.000 utenti unici al giorno. Questo comporta – oltre al trasmettere all’interno del proprio palinsesto il principale canale russo Channel One, il canale della Chiesa Ortodossa Spas e altri canali associati al governo – la censura di contenuti che «promuovono estremismo».
Un esempio concreto e quanto mai discusso, attualmente, è quello del documentario Netflix sulla crisi in Ucraina diretto da Evgeny Afineevsky e candidato all’Oscar nel 2016. Si tratta di Winter on Fire che, a partire da domani, rientrerà a pieno titolo in quella lista di contenuti che non devono essere trasmessi perché promotori di estremismo dal punto di vista del governo Putin.