Il caso Mondo Convenienza: lavoratori in sciopero, mentre l’azienda assolda influencer

Da oltre un mese prosegue il presidio davanti ai magazzini di Campo Bisenzio. C'è anche un'indagine in corso per caporalato, ma l'azienda preferisce proseguire con gli adv social piuttosto che rispondere alle richieste dei dipendenti (in appalto)

07/07/2023 di Redazione Giornalettismo

Quello che stiamo per raccontare è un caso molto delicato e che sembra essere l’esatto riflesso dello specchio dei tempi. Parliamo di Mondo Convenienza, uno dei marchi di GDO (grande distribuzione organizzata) di mobili e complementi d’arredo più riconosciuti in Italia. Da oltre un mese, molti lavoratori – che fanno parte di cooperative (come la RL2) che hanno ottenuto l’appalto per quel che riguarda il trasporto, il montaggio e altro – sono in sciopero permanente per denunciare il classico paradosso italiano: un carico di ore di lavoro eccessivo e una busta paga ridotta all’osso.

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E mentre prosegue questa mobilitazione, partita dal magazzino di via Gattinella (a Campi Bisenzio, in Toscana tra Firenze e Prato) e diffusa a macchia di leopardo anche in altre città, l’azienda ha deciso di aprire le porte agli adv social attraverso la collaborazione commerciale con alcuni influencer.

Mondo Convenienza, gli influencer durante lo sciopero

Scelte commerciali e pubblicitarie, certo. Mentre al di fuori delle etichette social ci sono decine e decine di lavoratori che stanno manifestando per avere turni di lavoro meno massacranti, compensi (compresi gli straordinari) in linea con la tipologia di lavoro e risposte dall’azienda madre che, grazie agli appalti con le cooperative, ha esternalizzato molti dei costi e delle funzioni che sono necessarie a rendere funzionante l’intera macchina che non si ferma all’esposizione e alla vendita di mobili e oggetti di arredo.

Sciopero partito da Campi Bisenzio e che, poi, hanno varcato i confini della Toscana (negli ultimi giorni la mobiltazione è partita anche a Torino). Il tutto mentre la Procura di Bologna aveva aperto – nell’aprile scorso – un’indagine proprio sul “caporalato”, chiedendo il processo nei confronti di cinque persone, tra cui Mara Cozzolino (Presidente del Consiglio di Amministrazione della holding Mondo Convenienza). E nella raccolta fondi per sostenere la battaglia di questi lavoratori, ci sono le motivazioni di questa mobilitazione che va avanti da oltre un mese:

«Per anni hanno lavorato con turni dalle 10 alle 14 ore per 6 giorni la settimana, senza straordinari né trasferta pagati in modo corretto, trasportando mobili sulla schiena anche per nove piani di scale, senza nessun tipo di protocollo o dispositivo di sicurezza per la salute.
La cooperativa in appalto nel magazzino Mondo Convenienza utilizza per tutti i lavoratori il contratto Pulizie Multiservizi, per una paga base di 1180€ lordi al mese, 6.80€ lordi l’ora, una cosa indegna di un paese civile.
I lavoratori sono in sciopero per richiedere l’applicazione del CCNL Logistica, il rispetto dei turni di 8 ore per 5 giorni settimanali, l’applicazione di misure di sicurezza sul lavoro e la fine di questo sistema di appalti dietro cui si nasconde lo sfruttamento e il lavoro povero».

Richieste che sono state, ancora, respinte. Anzi, nei giorni scorsi – come riporta FirenzeToday – i lavoratori della cooperativa RL2, protagonisti del presidio permanente davanti al magazzino di via Gattinella a Campi Bisenzio, si sono visti recapitare una lettera di richiamo disciplinare.

Piccolo spazio pubblicità

Dunque, la questione è sul tavolo e mentre la politica non parla di quel che da tempo sta accadendo a questi lavoratori, l’azienda madre ha dato vita a una campagna di adv social assoldando diversi influencer per “sponsorizzare” il proprio brand. Contestualmente a nomi molto noti (sia social che televisivi), nel parterre di creators ingaggiati ci sono anche altre figure che hanno un grande seguito sui social e che si occupano, sulle varie piattaforme, di interior designer. Scelte commerciali, dunque, con investimenti che vanno a coprire quella porzione di costi necessari per far circolare con maggiore viralità il nome del brand. Il tutto mentre le proteste dei lavoratori proseguono in un silenzio generalizzato della stampa (sono poche le eccezioni, come Domani, che hanno dedicato e continuano a dedicare spazio a questa mobilitazione) e della politica italiana, più occupata a dibattere su storture che non avranno un effetto tangibile su questi lavoratori. Né sugli altri.

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