Con le Olimpiadi 2026 il distacco Milano-Roma sarà incolmabile

Le Olimpiadi 2026 saranno una enorme occasione di rilancio per l’Italia. Saranno soprattutto il modo di affermare ancora una volta la superiorità di Milano rispetto al resto del Paese. Il tandem con Cortina, infatti, favorirà lo sviluppo dell’area nord-orientale dello stivale e, soprattutto, il tessuto metropolitano della città meneghina. Le Olimpiadi a Milano sono il frutto di una scelta politica precisa, di una sinergia tra una serie di forze che – facendo quadrato – hanno superato (o costretto a superare) la tradizionale ostilità del Movimento 5 Stelle per i grandi eventi. Non a caso, l’esclusione di Torino dal cartello per preparare il grande evento è stata determinata anche da alcune riserve pentastellate rispetto alla candidatura.

Milano continua la sua corsa inarrestabile: le Olimpiadi dopo Expo

Se già Expo 2015 aveva permesso a Milano di diventare quella grande città del centro Europa che siamo stati abituati a conoscere nel corso di questi anni, l’esperienza olimpica – accoppiata a quella del sindaco Beppe Sala, grande sponsor della candidatura di Milano – non farà altro che accentuare il divario della città con il resto del Paese, in modo particolare con Roma.

La crisi di Roma rispetto alla grandezza di Milano

La capitale d’Italia, il cui status è messo quotidianamente in crisi dai tantissimi problemi che sta attraversando a livello di gestione spicciola, dovrà pagare ancora una volta lo scotto di fare da comprimaria a Milano. Il bello è che tutto ciò è avvenuto per sua stessa scelta o, meglio, per chi – per scelta – l’ha amministrata negli ultimi anni. Virginia Raggi ha avuto la possibilità di concretizzare la candidatura olimpica per il 2020. Il suo rifiuto fece saltare tutti i piani. Oggi, a distanza di tre anni dall’assegnazione delle olimpiadi estive (ancor più grandi e ancor più visibili rispetto a quelle invernali), il tempo ha dato ragione a Giovanni Malagò, che credeva, ha creduto e – a maggior ragione – crede ancora oggi nella capacità dell’Italia di organizzare i grandi eventi sportivi.

Roma sarebbe cresciuta e avrebbe risolto parte dei suoi problemi se l’evento fosse stato gestito in maniera assennata. Ha rinunciato a correre a priori, escludendosi da sola. Ora, pagherà lo scotto del provincialismo nei confronti di Milano. E, concretamente, non avrà a disposizione quel flusso di risorse che la città lombarda ottimizzerà al meglio. Per rendere incolmabile il divario socio-economico con la Capitale.

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