Mentana e le immagini del Mottarone: «Facciamo questo lavoro da 40 anni, non diamo e prendiamo lezioni su cosa sia giornalismo»

Il direttore del Tg La7 è stato tra i primi, sui social e nelle edizioni del telegiornale, a diffondere le immagini

17/06/2021 di Gianmichele Laino

Le parole di Enrico Mentana sulle immagini del Mottarone non sembrano lasciare spazio a interpretazioni: si tratta di una scelta che il direttore del Tg La7 e l’editore della testata giornalistica online Open rivendica in maniera decisa, in nome del criterio di notiziabilità. Nella giornata di ieri, il Tg3 della Rai e il Tg La7, praticamente a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro, hanno diffuso le immagini del momento esatto del cedimento della struttura turistica del Mottarone, incidente in seguito al quale sono morte 14 persone. Dopo la diffusione delle immagini, c’è stato grande sgomento sia tra gli spettatori del telegiornale, sia sui social network.

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Mentana sulle immagini del Mottarone, la difesa della scelta

«Sono sicuro dell’importanza informativa di queste immagini, ma sono immagini anche dure – ha detto Mentana nel corso dell’edizione delle 20 del suo telegiornale -. Per questo è giusto che, nel telegiornale che va in onda nel momento in cui sono a tavola le famiglie, si avvertano i telespettatori: durerà due minuti, se volete guardarle noi le stiamo per mandare in onda. Ci sono state molte polemiche sulla diffusione di queste immagini, ma noi facciamo questo lavoro da 40 anni e sappiamo distinguere, e comunque non diamo e non prendiamo lezioni da nessuno, cosa è giornalismo e cosa è indugiare su ciò che è il dolore. Qui è ciò che è realmente avvenuto».

Enrico Mentana, insomma, porta avanti la teoria che quelle immagini, corrispondendo all’esatta realtà dei fatti, dovevano essere divulgate al pari di quelle di altri eventi storici (riconducibili per lo più a scenari di guerra, eventi calamitosi, atti di terrorismo). Tuttavia, nella giornata di ieri, si è capito – con la nota stampa della procura di Verbania – che quel video non doveva essere trasmesso: fa parte – come altri documenti che, in verità, vengono poi pubblicati puntualmente sui giornali – degli atti di un processo che, in quanto tali, sarebbero dovuti restare segreti e riservati. Sicuramente, nemmeno le famiglie delle vittime avevano mai visto quelle immagini e, trovarsele di fronte nel bel mezzo di un’edizione di un tg, non deve essere stato affatto piacevole. Ma tant’è: il direttore del Tg La7 rivendica la sua scelta.

 

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