Ursula von der Leyen a favore dei diritti LGBTIQ, Meloni risponde scimmiottando i membri della comunità

Giorgia Meloni ha apertamente preso in giro Ursula Von der Leyen dopo che la presidentessa della Commissione europea ha scritto un messaggio sui diritti delle persone LGBTIQ in Europa. Dopo il suo accalorato discorso in parlamento dell’altro giorno la leader di Fratelli d’Italia ha voluto trollare Von der Leyen, la quale ha scritto un messaggio promettendo impegno per garantire l’uguaglianza di diritti a tutti i cittadini europei e, in particolare, alla comunità che sceglie di includere con l’hashtag #LGBTI. Proprio a partire da quest hashtag la Meloni ha costruito la sua risposta.

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Meloni risponde al tweet di Von der Leyen sui diritti LGBTIQ

L’ironica risposta della Meloni fa leva sul fatto che la presidentessa ha dimenticato la lettera Q e il + (la sigla completa sarebbe LGBTQI+), nel quale sono inserite una serie di altre categorie per persone che vivono orientamento, identità e sessualità nelle maniere più disparate. Giorgia Meloni prende sostanzialmente in giro tutte quelle persone che ci tengono a inserire nella sigla tutti, nessuno escluso. Letteralmente Meloni scrive: «Cara signora Von der Leyen, scrivendo #LGBTI ha discriminato una serie di persone come queer, aessuali, cisgender, pansessuali e tutte quelle persone sensibili che si identificano in quel +. Imperdonabile, cara bigotta! #weareall+». L’ironia è palese, anche se probabilmente la leader di FI non è a conoscenza del significato del termine cisgender (utilizzato per indicare la concordanza tra l’identità di genere del singolo individuo e il comportamento o ruolo considerato appropriato per il proprio sesso).

Ha senso fare così tanto la spiritosa?

L’Europa – anche se forse Giorgia Meloni lo ha dimenticato – è quel territorio in cui è compresa l’Italia, paese nel quale si sta facendo di tutto per non far passare una legge (Ddl Zan) che punisce coloro che discriminano gli altri in base a identità di genere e orientamento sessuale. Basta guardare a casi di cronaca recente per capire che c’è necessità di una legge che punisca chi crede di poter essere violento sia a livello verbale (vedi le storie delle pagine Instagram Le perle degli omofobi e Papà per scelta) che a livello fisico (l’aggressione omofoba a Pescara così come quella alle Cinque Terre). In Europa c’è anche la Polonia, dove esistono delle vere e proprie “zone libere dalla ideologia LGBTI” vietate ai gay dove le persone non vogliono vedere gli LGBTQ arrestati ma solamente che si nascondano.

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