Salvini: «Neonazisti scoperti in seguito a segnalazione di un attentato contro di me». Ma la Procura smentisce

16/07/2019 di Redazione

Ha fatto scalpore la scoperta di un arsenale a uso e consumo di alcuni potenziali miliziani neonazisti, effettuata dalle forze dell’ordine a Torino. Oltre alle armi – e a un missile terra-aria – sono stati ritrovati anche dei simboli inequivocabili che fanno risalire i possessori di questo arsenale a una precisa area politica. Nel pomeriggio, Matteo Salvini spiega la sua versione dei fatti rispetto a questo ritrovamento da parte della Digos.

Matteo Salvini e l’attentato neonazista

«Le indagini seguite alla denuncia di un potenziale attentato da parte di stranieri contro di me, hanno portato alla scoperta di un arsenale di armi e a degli arresti di neonazisti – ha scritto Matteo Salvini -. Grazie alle Forze dell’Ordine, io vado avanti senza paura».

La smentita della Digos

Tuttavia, nella giornata di oggi è arrivata la smentita della Digos: le indagini sarebbero partite effettivamente da una segnalazione di un ex agente del Kgb che avrebbe annunciato al vicepremier l’imminente pericolo. La procura di Torino, tuttavia, ha riferito che non è stato trovato alcun riscontro alle dichiarazioni dell’ex agente, mentre è stato decisivo per le indagini il monitoraggio di cinque italiani ex miliziani vicini al battaglione Azov, indipendente dalla segnalazione ricevuta da Matteo Salvini. L’osservazione dei loro movimenti ha portato alla scoperta della vendita del missile aria-aria Matra.

Dunque, non c’è stato alcun riscontro di un presunto attentato neonazista nei confronti di Salvini e, soprattutto, non è stata la sua segnalazione a essere fondamentale per la scoperta dell’arsenale a Torino.

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