C’è un problema nella narrazione dello sport in tv? Il precedente dei due inviati di Formula 1

Se la Rai piange, Sky non ride: a inizio giugno, l'emittente ha dovuto fare i conti con le polemiche che hanno coinvolto Matteo Bobbi e Davide Valsecchi

18/07/2023 di Gianmichele Laino

Potremmo trovarci di fronte a un problema piuttosto serio, quello del modo di raccontare lo sport in tv evitando i toni da bar che, molto spesso, caratterizzano telecronache e commenti. L’assunto di base potrebbe essere abbastanza pericoloso: il fatto che i toni utilizzati per spiegare un evento sportivo debbano essere ammiccanti verso un pubblico maschile. Questo è quello che è successo a inizio giugno nella redazione di Sky Sport che aveva l’esclusiva del mondiale di Formula 1. Ha una declinazione diversa rispetto al caso del giorno, quello del telecronista Rai Leonarduzzi, sospeso dall’azienda per un commento sulla corporatura femminile mentre, però, credeva di non essere ascoltato dai telespettatori. Resta, comunque, un problema di comunicazione e linguaggio. E ricordiamo, a questo proposito, quello che era successo a Matteo Bobbi e a Davide Valsecchi, nel corso del week-end di Formula 1 che si stava svolgendo in Spagna.

LEGGI ANCHE > Cos’è Rai Play 2 e perché i video della telecronaca dei tuffi non sono online

Matteo Bobbi e Davide Valsecchi, il problema legato al racconto dello sport in tv

In quella circostanza, infatti, il collegamento era in diretta. «Volevo dire a Davide – affermava Matteo Bobbi, in studio – che dietro di lui c’è un bel pacchetto di aggiornamenti, se si gira». Il riferimento era ai corpi di due ragazze inquadrate dalle telecamere, mentre si trovavano alle spalle di Davide Valsecchi e della giornalista Federica Masolin, nel corso di un collegamento. Alla provocazione di Bobbi, Valsecchi aveva risposto: «Già li conosco. Purtroppo mi hanno detto che non si può testarli, alzo le mani!». Il tutto sotto lo sguardo severo di Federica Masolin che, pur molto imbarazzata, ha cercato di far capire ai colleghi che quelle frasi potevano suonare come inappropriate.

«Mi dispiace tanto. Sono caduto in uno scambio di battute di cattivo gusto e ho usato parole non adatte e irrispettose. Per questo vorrei chiedere scusa a chi si fosse sentito offeso, alle donne e a Sky» – sono state le scuse di Valsecchi su Instagram. «Nonostante non fosse nelle mie intenzioni, ho generato un momento sgradevole che ha reso sofferenza alla sensibilità di alcune persone. Chiedo sinceramente scusa a chi si fosse sentito offeso ribadendo il mio totale e profondo rispetto verso tutti e tutte le donne» – ha replicato Bobbi. Posizioni ufficiali, che non hanno impedito a Sky di fare a meno di loro nel week-end successivo al gran premio di Spagna (quando la Formula 1 era sbarcata in Canada).

Insomma, le conseguenze – rispetto a quanto accaduto ieri in Rai – sono state molto simili. Il problema resta il modo con cui, troppo spesso, ci si lascia andare a battute che non rispecchiano più le sensibilità di chi ascolta e partecipa agli eventi sportivi. All’articolo 5 del decalogo di autodisciplina dei giornalisti sportivi, c’è una voce ben chiara: «Il giornalista sportivo – recita quel punto – rispetta la dignità delle persone, dei soggetti e degli enti interessati nei commenti legati ad avvenimenti agonistici». All’articolo 8, inoltre, si specifica ulteriormente: «Il giornalista sportivo rispetta il diritto della persona alla non discriminazione per razza, nazionalità, religione, sesso, opinioni politiche, appartenenza a società sportive e a discipline sportive». Dunque, oltre ai provvedimenti delle singole aziende nei confronti dei loro dipendenti (che pure sono stati già messi in conto), potrebbero esserci gli estremi per un’analisi deontologica dei vari episodi in cui, durante un evento sportivo, ci si lascia andare a frasi che vanno contro i principi che autoregolano il settore giornalistico in questione.

Share this article
TAGS