Massimiliano Dona risponde alle domande sui pagamenti con il POS: «La soglia di 60 euro è una vergogna»

L’Unione Nazionale Consumatori (UNC) è stata fondata nel 1955 da Vincenzo Dona ed è la prima associazione che ha come obiettivo quello di difendere i diritti dei consumatori in Italia. Come si legge sul sito Web ufficiale, infatti, la mission dell’associazione «è quella di tutelare e rappresentare i consumatori attraverso attività di assistenza, informazione, educazione e orientamento nonché attraverso la sua attività istituzionale nei confronti del Governo, Parlamento e Autorità indipendenti». L’associazione è riconosciuta dal Codice del Consumo e dalla Commissione Europea e fa parte del Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti (CNCU).

Il presidente dell’associazione è Massimilano Dona, un avvocato che sui social network si impegna in attività di  divulgazione dei temi che hanno a che fare con il consumo con l’obiettivo di informare il maggior numero di persone possibile su questi argomenti. Dona ha dedicato nel corso del tempo alcuni video, pubblicati anche su TikTok, riguardanti il tema del pagamento con il POS. Di solito in questi video Dona risponde alle domande e alle curiosità degli utenti. L’ultimo video pubblicato su TikTok, per esempio, analizza una situazione particolare: cosa bisogna fare se abbiamo consumato in un bar o ristorante e l’esercente comunica che non accetta il pagamento con il POS?

@massimiliano.dona Se dopo aver consumato mi dicono che non hanno il POS, che si fa? #pos #pagamenti #bar #consumatori ♬ suono originale – massimiliano dona

In un video pubblicato sui suoi account social, Dona, che su Instagram si descrive come “avvocato al supermercato”, spiega che «tanti metodi di pagamento sono meglio che uno»: se un esercente consente al consumatore di pagare con diversi sistemi di pagamento significa che sta offrendo un buon servizio al cliente.

 

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Massimiliano Dona risponde alle domande di Giornalettismo 

Abbiamo contattato Massimiliano Dona per chiedergli, come prima cosa, quale gli sembra l’opinione generale degli utenti che frequentano i social network riguardo i pagamenti elettronici e quale metodo di pagamento ottiene più consensi. «Non solo la stragrande maggioranza degli italiani è favorevole alle libertà di poter scegliere se pagare in contanti o con carta, ma lo sono anche la maggior parte dei commercianti, che hanno compreso che restando al passo con i tempi fidelizzano i clienti, soddisfano i loro gusti, non perdono terreno rispetto all’e-commerce», risponde Dona. «Solo le associazioni che li rappresentano sono contrarie, preferendo restare all’età della pietra, e poi alcuni politici che nel tentativo di compiacerle, preferiscono andare contro il volere degli italiani, difendendo un interesse minoritario di parte», spiega Dona a Giornalettismo.

Secondo Dona, le generazioni più giovani «sono più smart e hanno molto da insegnarci». Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori sostiene  che «la politica dovrebbe guardare a loro, che rappresentano il futuro del Paese, non al passato e al Medioevo, altrimenti si danneggia il Paese, che perde la battaglia in Europa sulla competitività».

In questi giorni, in seguito alla discussione che si è creata a partire dalle proposte del governo riguardo i pagamenti elettronici, sui social sono stati pubblicati alcuni video girati da persone e influencer che documentano la propria esperienza quando cercano di pagare con il POS nei negozi o anche quando usano i taxi. Secondo Dona è giusto che le persone denuncino anche attraverso questi mezzi: «Ognuno denuncia a modo suo! Ben vengano tutte le segnalazioni che fanno in modo che il problema divenga di dominio pubblico. Come in ogni cosa, l’importante è non estremizzare e non generalizzare».

Per quanto riguarda invece la questione dei pagamenti elettronici anche per somme molto basse, per esempio quand si tratta di pagare un caffè, Dona spiega che «ci sono moltissime banche che non fanno pagare commissioni per transazioni inferiori a 10 o 15 euro. Quindi se il commerciante paga ancora qualcosa di commissione sul caffè farebbe bene ad aggiornarsi. Molte commissioni, poi, sono ora inferiore allo 0,50%, il che vuol dire che su un caffè da 1 euro stiamo parlando della metà di 1 centesimo». Per l’esercente, dunque, non sarebbe davvero così sconveniente consentire al cliente di pagare il caffé con il POS: «Secondo voi costa di più al commerciante lo 0,5% di 1 euro o di 100 euro?».

Infine, con Dona affrontiamo il tema della soglia di 60 euro sotto la quale i commercianti non sarebbero obbligati ad accettare un pagamento elettronico, proposta dal governo Meloni. Secondo Dona «la soglia di 60 euro è una vergogna» e afferma di non essere d’accordo con questa proposta del governo. Dona sostiene che il governo dovrebbe dare la priorità ad altri problemi che degli italiani, come il caro bollette: «Non è stato stanziato neanche un euro per abbassarle nel Decreto Aiuti quater, il governo fa passi indietro come i gamberi». Tornando alla questione della soglia per pagare con il POS, Dona sostiene che «nessuna soglia è accettabile e qualunque soglia violerebbe gli impegni presi con il Pnrr». Anche le sanzioni previste dal precedente governo erano troppo basse, spiega: «Appena 30 euro + il 4% del valore della transazione. Il che vuol dire, dato che nessuno rifiuta il POS per pagamenti elevati, praticamente 30 euro».

 

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