Le parole di Travaglio a Otto e Mezzo invecchiate malissimo in una settimana | VIDEO
Il direttore de Il Fatto Quotidiano aveva detto in diretta tv che il tabù del Movimento 5 Stelle era Berlusconi
12/02/2021 di Enzo Boldi
Il Movimento 5 Stelle ci ha messo una settimane per smentire in toto le parole pronunciate da Marco Travaglio nel corso della puntata di Otto e Mezzo andata in onda, su La7, giovedì 5 febbraio. Solo sette giorni fa, prima che le Consultazioni entrassero nel vivo con la seconda tornata e prima della chiamata al voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau, il direttore de Il Fatto Quotidiano ostentava quasi sicurezza sulle future mosse dei pentastellati. Poi, però, la realtà ha offerto una nuova visione e quelle sue parole sono invecchiate male. Malissimo.
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«Il tabù numero uno dei Cinque Stelle è Berlusconi. Perché? Perché è un pregiudicato – disse Marco Travaglio scandendo ogni singola sillaba della parola e portandosi le mani attorno alla bocca a mo’ di megafono -. Nove volte prescritto. E loro sono caduti anche perché hanno bloccato la prescrizione dopo il primo grado. Ma te li vedi che fanno i ministri insieme agli uomini di Berlusconi che vogliono cancellare la riforma della prescrizione. Cioè, ma pensate veramente che la politica sia una pagliacciata a questi livelli? È evidente che devono trovare un altro modo se vogliono evitare la scissione, che potrà essere l’astensione o un appoggio esterno. Ma certamente la gente se vede dei Ministri dei Cinque Stelle con i Ministri di Berlusconi gli sputerà in faccia».
Marco Travaglio e le parole invecchiate malissimo sul Movimento 5 Stelle
Stando al vaticinio di sette giorni fa fatto da Marco Travaglio, dunque, i sostenitori del Movimento 5 Stelle dovrebbero avere la saliva pronta per compiere quell’atto citato dallo stesso direttore de Il Fatto. In una settimana, dunque, quella sua sicurezza ostentata in diretta televisiva a Otto e Mezzo si è trasformata in un boomerang: prima l’apertura di Crimi, poi la discesa a Roma di Beppe Grillo per parlare con Draghi a Montecitorio, poi il voto sulla piattaforma Rousseau. Ebbene sì, il Movimento 5 Stelle farà parte dello stesso governo fortemente sostenuto da Forza Italia (e dalla Lega di Salvini). Se ci saranno ministri politici (oltre ai tecnici), ci saranno dicasteri condivisi tra gli uomini di Berlusconi e quelli di Beppe Grillo (che con questa vicenda è tornato sulla cresta dell’onda pentastellata, mettendo in ombra la figura a scadenza di Vito Crimi).
(foto di copertina: da Otto e Mezzo del 5 febbraio, 2021, La7)