La falla nei controlli per proteggere Marcello Bruzzese, fratello di un pentito, ucciso a Pesaro

Qualcosa non ha funzionato nei controlli per proteggere Marcello Bruzzese, fratello di un pentito di ‘ndrangheta ucciso due sere fa, il giorno di Natale, a Pesaro. L’uomo, 51 anni, aveva un dispositivo di protezione di minimo livello. Ora è stata avviata un’indagine al Ministero dell’Interno per stabilire quale sia stata la falla nel cordone di sicurezza. Il resto lo farà l’inchiesta di un magistrato, con l’obiettivo – come racconta il Corriere della Sera (articolo di Fiorenza Sarzanini) – di verificare se ci siano state delle omissioni o delle sottovalutazioni rispetto alle regole stabilite.

La falla nei controlli su Marcello Bruzzese, indagano Ministero e pm

Marcello Bruzzese aveva mantenuto la sua vera identità, stesso nome e stesso cognome, e c’era il suo nome sulla cassetta delle lettere. Bisogna poi tener conto che una vendetta del clan contro i suoi familiari c’era già stata. Nel 1995, lo stesso Rbuzzese, quando aveva 28 anni, rimase ferito in maniera grave in un agguato che costò la vita a suo padre Domenico, di 60 anni, e al genero di quest’ultimo, Antonio Maddaferri. A passare dallo Stato era stato il fratello Girolamo Bruzzese.

Non è chiaro se l’uccisione di due giorni fa sia legata al pentimento del familiare, se si tratti ancora di una vendetta per la collaborazione con la giustizia di un ex ‘ndranghetista. Potrebbe anche trattarsi di un delitto legato a qualcosa in cui Bruzzese era coinvolto direttamente negli ultimi tempi. Qualunque sia la risposta, la situazione è comunque sfuggita al controllo delle autorità. E su questo bisognerà indagare.

Marcello Bruzzese godeva di un sostegno economico ma non aveva scorta, viveva con la famiglia nel centro storico di Pesaro. È stato ucciso con numerosi colpi di pistola mentre parcheggiava l’auto in garage. Ad oggi – si legge ancora sul Corriere della Sera – ci sono 6.525 persone sotto protezione: 1.277 collaboratori di giustizia con 4.915 familiari e 78 testimoni di giustizia con 255 familiari.

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / Roberto Damiani)

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