La mamma di Gaia, la bimba uccisa da una medusa: «Un’agonia, l’ho vista diventare viola»

03/08/2018 di Redazione

«Mia figlia adorava collezionare le conchiglie, così era rimasta nelle zone poco profonde, l’acqua le arrivava alla vita. All’improvviso, l’abbiamo sentita urlare di dolore. Gaia mi chiedeva: ‘Cosa mi sta succedendo?’, io le ho risposto ‘Vedrai, non ti succederà nulla’, ‘Per favore mamma, non portarmi più al mare’, ‘No, non succederà più’, le ho detto». È lo straziante racconto della mamma di Gaia Trimarchi, la bimba di 7 anni promessa del nuoto, uccisa da una medusa nelle Filippine, alle isole di Caramoan, lo scorso 26 luglio. Lo riporta oggi il quotidiano Il Messaggero.

Gaia, bimba di 7 anni uccisa da una medusa, la mamma: «L’ho vista diventare viola»

La piccola, padre romano e madre filippina, ha perso la vita dopo un’agonia di 40 minuti, in una zona in cui non c’erano cartelli che avvertissero del pericolo morale delle box jellyfish, in italiano cubomedusa, la cui puntura può provocare uno shock anafilattico. Gaia si trovava a bordo di una barca per turisti. Ha subito avvertito dolore. Ha urlato. Ma sull’imbarcazione non c’era un kit per il pronto soccorso. Nemmeno l’aceto, che sarebbe bastato per salvarla. «L’equipaggio e la guida turistica – ha detto ancora la madre – ci hanno detto che gaia era stata punta da una medusa, ma non avevano un kit di primo soccorso, se la sono presa con noi perché non avevamo portato l’aceto, che cura queste ferite. E la parte superiore della gamba stava diventando viola». La bimba è stata punta vicino a una delle isole più piccole, Sabitang Laya. Sono stati necessari 30 minuti per raggiungere l’isola principale, Caramoan, dove c’è un ospedale. E sono serviti altri 10 minuti per portare la piccola su in veicolo a tre ruote dai medici. Quando è giunta in ospedale non c’era più nulla da fare.

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