Chi voleva la carta d’identità sui social interagisce con «maestro Yoda»

Il deputato di Italia Viva Marattin dialoga con questo misterioso account

25/11/2020 di Gianmichele Laino

C’è un dibattito su Twitter che ci fa capire molto quello che succede sui social network. Da diversi mesi – ma in realtà l’attività è iniziata alcuni anni fa – sul social network dei cinguettii c’è una voce particolarmente influente nel mondo della comunicazione politica, che si fa chiamare Yoda e ha come nickname @PoliticaPerJedi. L’immagine è quella di un noto pupazzetto reso famoso dalla saga fantascientifica di Guerre stellari. Oggi, il deputato Luigi Marattin ha deciso di interagire con lui, riproponendo un suo tweet sulle elezioni Usa e commentandolo.

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Luigi Marattin e la proposta della carta d’identità sui social network

Non c’è nulla di male, sia chiaro. Tuttavia, è opportuno ricordare una battaglia che era stata portata avanti proprio da Luigi Marattin esattamente un anno fa: proporre a tutte le persone che hanno accesso ai social network l’identificazione attraverso la propria carta d’identità. Ci fu anche una petizione di Italia Viva in proposito (che, tra parentesi, si poteva firmare anche senza presentare il documento di identità). In ogni caso, sempre sulla base di quanto affermato all’epoca da Marattin, si sarebbe potuto utilizzare comunque un nickname, ma la profilazione doveva passare comunque attraverso un documento riconosciuto dallo stato di appartenenza.

Il problema, però, sta all’origine. Questa battaglia era nata proprio per evitare che tante persone anonime – nascondendosi dietro a questo anonimato – potessero in qualche modo “inquinare” il dibattito pubblico sui social network, un dibattito spesso caratterizzato da offese e da minacce. In questo caso, chiaramente, non si sta inquinando nulla, non si sta parlando con bot o con troll, ma semplicemente con un account – molto contestato per il suo anonimato, questo è vero – che condivide personali opinioni politiche che, a quanto pare, trovano ampia cassa di risonanza nel mondo politico. Ma il discorso sulla carta d’identità e i social network, in fondo, mal si sposa con questa situazione specifica.

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