Mattia Santori propone il ‘Daspo’ per i social network

17/01/2020 di Redazione

Le sardine sono nate sul web e sui social network. Effettivamente, i loro referenti hanno una grande esperienza per quello che riguarda l’utilizzo di questi strumenti e i confronti con la gente che li frequenta. Non è un caso che molti esponenti del movimento – si veda ad esempio l’ultimo caso di  Sergio Echamanov, il 21enne DSA messo alla berlina da Matteo Salvini e offeso sui social network – siano stati oggetto di accuse e di veri e propri fenomeni di cyber-bullismo. Mattia Santori ha proposto un modo per evitare quanto accaduto fino a questo momento.

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Daspo social, la proposta della sardina Mattia Santori

Secondo il rappresentante delle sardine, che ha tenuto una conferenza stampa per presentare il grande evento di Bologna del 19 gennaio, ci sono alcuni temi caldi su cui la politica deve interrogarsi: tra questi anche la violenza digitale. La proposta fatta da Mattia Santori, allora, è quella di un Daspo per chi diffonde odio sul web. Una sorta di allontanamento dall’utilizzo dei social network, così come avviene per i tifosi che commettono scorrettezze allo stadio o che si rendono protagonisti di atti discriminatori.

Daspo social, l’idea formulata dalle sardine

In realtà, la proposta di Mattia Santori, per alcuni social network, è già operativa. Si pensi al ban di Facebook, che colpisce il soggetto che viene segnalato da altri utenti della piattaforma in caso di violazioni delle policy. L’odio in rete è, di fatto, una di queste. Ma il ban – che può essere provvisorio o definitivo – non è mai sembrato una proposta efficace.

Anche perché, un aspetto non irrilevante, riguarda la gestione dell’identità sui social network. Come si fa, quindi, a estendere il Daspo a una persona che, magari, ha più account con diversi nomi? Insomma, la proposta di Mattia Santori non sembra essere così distante da quella di Luigi Marattin di Italia Viva (che aveva chiesto la carta d’identità sui social network) e che è stata giudicata inapplicabile dagli esperti dei social network.

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