Renzi, del partito della carta d’identità per i social, dice che la password di Stato della ministra Pisano è come il Grande Fratello

Nel corso di tutta la giornata di ieri, ha tenuto banco la polemica sulla proposta di una sorta di password di Stato lanciata dalla ministra per l’Innovazione tecnologica, in quota M5S, Paola Pisano. Quest’ultima aveva proposto un username e una password unici per accedere ai servizi della pubblica amministrazione, affermando che – in maniera del tutto volontaria – gli utenti avrebbero potuto utilizzare questo sistema anche nella loro sfera privata, compresi gli acquisti online su Amazon.

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Password di Stato, le parole di Paola Pisano

Una proposta che era stata fatta in nome della sicurezza e che rientrerebbe all’interno di quel piano dell’innovazione tecnologica già tanto criticato perché la ministra aveva dichiarato di essersi avvalsa anche della consulenza della Casaleggio Associati, ovvero l’azienda di Davide Casaleggio, figlio di uno dei fondatori del M5S e ancora molto legata al partito, soprattutto per quanto riguarda la parte del suo sviluppo online, con la piattaforma Rousseau.

La password di Stato, però, ha in un attimo fatto risvegliare le proteste della rete e non è bastata la precisazione della ministra – che ha specificato come l’utilizzo di questa password sia comunque volontario per quanto concerne la sfera privata dell’utente – per spegnere tutte le polemiche che in un attimo si sono diffuse sui social network. Tra i no più vibranti, si registra quello di Matteo Renzi, che ha dichiarato: «La password di Stato anche per i servizi privati è inquietante. Il Ministro Pisano attui il piano già pronto lanciato da Diego Piacentini e Paolo Barberis sull’identita digitale con un’unica app per tutti i servizi della PA. E lasci stare idee stile Grande Fratello».

Password di Stato, la contrarietà di Renzi che però aveva proposto la carta d’identità per iscriversi ai social network

Tuttavia, Matteo Renzi è leader di Italia Viva, lo stesso partito che, attraverso Luigi Marattin, aveva sostenuto la necessità di utilizzare la carta d’identità per l’accesso ai social network. La proposta era stata fatta seguendo la ratio di eliminare i profili fake e di eliminare quanto più possibile l’odio in rete. Una proposta che attirò ugualmente polemiche, le stesse che stanno circondando, nelle ultime ore, la scelta della ministra Paola Pisano.

Ovviamente, non sono mancati gli utenti che hanno fatto notare questa apparente contraddizione allo stesso leader di Italia Viva. Renzi ha colto l’ennesima occasione per attaccare gli esponenti del M5S che si trovano al governo e per alimentare le tensioni nella maggioranza. Ma, dal punto di vista dei contenuti, la proposta della password di Stato non è tanto dissimile da quella della carta d’identità per i social network proposta da Luigi Marattin.

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