Luigi Di Maio: «Penalizzati dalla bassa affluenza, torniamo ad ascoltare chi è rimasto a casa»

Lo avevamo lasciato mentre baciava la bandiera tricolore la sera del 24 maggio, prima di entrare nel silenzio elettorale. Dal palco, Luigi Di Maio ai appellava all’Italia e all’Europa, ai giovani, agli ambientalisti, alla gente che lavora. «Siamo il paese per bene, siamo dalla parte giusta». Domenica il selfie con la fidanzata su Instagram: «Questa giornata l’abbiamo passata insieme, ma tra poco ci separiamo. Stiamo tornando entrambi a casa per fare il nostro dovere: andare a votare! Fatelo anche voi. Vi abbraccio!». Sorridente, positivo, sicuro di ritrovare quella legittimazione popolare. Invece, la disfatta: il movimento 5 stelle è andato in caduta libera in queste elezioni europee, e Luigi Di Maio si chiude nel silenzio, con pochissime dichiarazioni.

Luigi Di Maio: «Penalizzati dalla bassa affluenza, torniamo ad ascoltare chi è rimasto a casa»

Alla fine della lunga notte, le dichiarazioni di Luigi Di Maio si contano sulle dita di una mano. Resta vuota la sala della Lupa di Montecitorio, messa a disposizione dalla Camera come punto stampa per le dichiarazioni post-voto del Movimento 5 stelle. Solo una nota stringata: «Siamo stati penalizzati dall’astensione, soprattutto al Sud, ma ora testa bassa e lavorare, restiamo comunque l’ago della bilancia in questo governo e da qui in avanti più attenzione ai territori». Poche parole, che dettano l’umore con cui affrontare la sconfitta. Al Corriere della Sera qualcosina in più l’aveva detta, più o meno dopo le prime proiezioni. Già commentava parlando di bassa affluenza, dicendo che «ce l’aspettavamo, nulla di nuovo». Il tentativo di tenere alto l’umore non regge, ed il giornalista Emanuele Buzzi sottolinea che non può credere che il leader del movimento sia soddisfatto da come stavano andando le cose. «Prendo atto che la nostra gente si è tenuta e attende risposte, e noi queste risposte gliele vogliamo dare». Secondo Di Maio, è venuta a mancare la base, e ribadisce la necessita di «tornare ad ascoltare chi stavolta ha deciso di restare a casa».

«Siamo stati troppo puri»

Per spiegare il calo di oltre dieci punti, Luigi Di Maio dice al Corriere della sera che forse, al principio, «siamo stati troppo silenziosi, troppo puri, se questa è una colpa me la prendo», ma conta nel fatto che i cittadini capiranno quanto il Movimento sia riuscito a fare durante questo governo – che il leader m5s dice di essere ancora l’ago della bilancia – nonostante «il clima che ha cominciato ad infuocarsi dalla revoca di Armando Siri», ma non si pente di averne chiesto le dimissioni. Però il governo «va avanti», i numeri ci sono «ampiamente» e sopratutto «c’è ancora tanto da fare». «Non cambierà nulla», e Di Maio dice di essere prontissimo ad un tavolo sulla flat tax e sul salario minimo, poi decreto sicurezza e il miliardo del reddito agli aiuti alle famiglie. non solo, preannuncia anche che dalla prossima settimana ci saranno novità per il Movimento 5 Stelle: «scatto in avanti sull’organizzazione», «responsabili specifici di area» e «centro di coordinamento più capillare nelle Regioni e nei Comuni», giusto per riavvicinarsi alla gente, come aveva detto all’inizio dell’intervista al Corriere della Sera.

«Salvini? non l’ho sentito»

Al momento dell’intervista con il Corriere della Sera, poco dopo l’uscita delle prime proiezioni, Luigi DI Maio dice di non avere ancora sentito Matteo Salvini, il trionfatore. «Spero che in settimana si riuscirà a fare un vertice» risponde Di Maio, ancora convinto che il governo andare avanti 4 anni.  Se alle prime luci dell’alba i due vicepremeir si siano sentiti ancora non si sa: bisognerà aspettare il pomeriggio, quando il leader 5 stelle parlerà, finalmente, ai giornalisti.

(Credits immagine di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

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