Lucia, la nuova Caterina Simonsen insultata e minacciata per un’opinione
31/12/2013 di Stefania Carboni
«Io sono Lucia, 22 anni, ho la fibrosi cistica e ho combattuto contro due tumori maligni: #iostoconcaterina», Lucia esprime così la sua vicinanza a Caterina Simonsen la ragazza minacciata su Facebook per via delle sue posizioni riguardo alla sperimentazione animale e la ricerca. La giovane è amica di Cate, l’ha conosciuta in rete tanto tempo fa e anche se le due si trovano a distanza sono rimaste vicine “nei momenti difficili”. Davanti agli insulti e alle minacce armata di cartello Lucia ha postato una foto ripresa in uno dei tanti album della pagina Facebook “A Favore della sperimentazione animale”. Peccato però che (come ultimamente sta accadendo) lo scatto abbia incentivato auguri infausti anche per lei. Contattata da Giornalettismo Lucia ci ha spiegato le azioni del suo gesto premendo però su un punto principale: «Non vorrei commenti di persone che dicono che facciamo questo per notorietà, che ci avete pagato per dire queste cose. Danno più fastidio delle minacce di morte».
BRAMBILLA E NUOVI HASHTAG – Manipolazione? Ieri davanti alla bufera del caos delle minacce in rete si è parlato di giovani utilizzati a favore della sperimentazione e dalle lobby del farmaco. Ieri sera per esempio Michela Vittoria Brambilla ha postato in rete un articolo che riprende le parole di Giovanna, giovane malata contro la sperimentazione animale. La fondatrice di LEIDA postava così: «Su Twitter nasce hashtag #iostocongiovanna. La denuncia di Giovanna: i ricercatori non usino noi malati per giustificare la sperimentazione sugli animali». Noi abbiamo chiesto direttamente ai giovani che sostengono le parole di Cate. Ed in realtà emerge tutt’altro mondo.
NON SIAMO MANIPOLATI DA NESSUNO – Manipolazione? Non sembra certo quello che passa nella testa di Lucia che ci spiega: «Noi vorremo solo guarire per condurre una vita normale. Ho conosciuto Caterina 3/4 anni fa per caso su un gruppo su Facebook ed è stata subito amicizia. Mi è stata vicino in momenti difficili e mi ha insegnato tantissime cose. Le devo molto e non esistono le minacce che abbiamo ricevuto, ma sopratutto il pensare di aver fatto tutto questo per notorietà». Mentre Lucia parla con noi i commenti sotto la foto aumentano: «Cose da pazzi. C’è chi mi ha detto che era un fotomontaggio o chi mi ha detto che volevo farmi bella. Mi piacerebbe che come si è divulgato il pensiero di Caterina, si divulgasse altrettanto velocemente la verità su questo episodio». Tra dichiarazioni di segretari di partito, sostegni e servizi tg la situazione sembra offuscare quello che era il primo messaggio di Cate. «Il suo primo video – spiega la giovane – diceva di non andare contro Telethon e la sperimentazione. Questo perché gli animalisti estremisti stavano tentando di boicottare proprio le donazioni per le malattie genetiche». Ecco perché Lucia e tanti altri hanno optato per una serie di video da lanciare su Facebook e le foto con cartelli e hashtag. Non tutti però hanno apprezzato il gesto.
BUONA MORTE LUCIA – Un utente critica così: «Sei una ragazza molto di classe con quel dito. Non fare vittimismo cara: se stai male non lo ostenti. A cosa è attaccata quella mascherina scusa? La vita come la morte come le malattie fanno parte della natura. Nessuna cura dovrebbe essere testata su piccoli esseri innocenti sacrificando la propria vita. Chi lo ha detto che la tua vita è più importante di quella di milioni vittime sacrificali. Chi lo ha detto. Forse Dio? No neanche lui. Per me la tua vita come quella di qualsiasi altro essere umano compresa la mia vale esattamente come quella di un topo. Se si deve andare avanti con la ricerca e con la scienza che si faccia, ma mai a discapito di altri esseri innocenti. E con quel dito sai cosa farci ora ciao». Ma c’è di peggio: «Io preferisco che muori tu al posto di tanti animali tanto alla fine non trovano nessuna cura e muori lo stesso».
guarda la gallery:
«La foto è ritoccata – sostiene un utente – Forse l’amministratore della pagina aveva voglia di incentivare la gente a dir si per la sperimentazione sugli animali?». Sotto qualcuno spiega come la pep-mask sia usata anche durante i trattamenti per fibrosi. Lucia ci spiega le sue malattie (mentre replica agli utenti spiegando come vive): «Ho la Fibrosi Cistica scoperta dopo poche ore di vita. Sono stata operata per ileo da meconio ad 1 anno e mezzo. Mi hanno diagnosticato anche un tumore: il Neuroblastoma. Sono il primo caso al mondo con Fibrosi Cistica e Neuroblastoma addominale. Neanche un anno fa, a gennaio, mi hanno trovato pure il cancro alla tiroide. Mi hanno operata il 27 febbraio per togliermela». Nel mentre un altro utente commenta sotto: «Buona morte Lucia».
TELETHON, PAE E LA VERITÀ – La ragazza è volontaria presso alcune associazioni: «Sono stata anche in un banchetto alla Coop qui a Genova a raccogliere fondi per Telethon». Ma la sua posizione sulla sperimentazione animale quale è? «Sono a favore». E precisa: «Esistesse un modello equivalente che risparmiasse gli animali ovviamente sarei a favore. Ma finchè non lo trovano, dobbiamo andare avanti con i metodi a nostra disposizione al momento». C’è chi però parla di poteri forti dietro la storia di Caterina. Nelle ultime ore il Pae (Partito animalista europeo) ha dichiarato in una nota:
Dietro il caso Caterina Simonsen c’è Telethon ed istituti finanziati dalla Fondazione tra i quali il San Raffaele (istituto di Don Verzè noto alla cronaca per il crack finanziario), nelle sue varie emanazioni (Università, Irccs e Fondazione Monte Tabor) ma anche attraverso la joint-venture Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica. C’è Monica Bettoni, direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanità, Rodolfo Lorenzini, direttore del Servizio Biologico e gestione della sperimentazione animale dello stesso Istituto, Gaetana Ferri, direttore generale della Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero della Salute, Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Roberto Caminiti dipartimento Fisiologia e Farmacologia Università di Roma La Sapienza e responsabile del SIF
Lucia non crede nelle ricostruzioni fatte in queste ultime ore. Anzi, precisa: «Dopo la testimonianza di Caterina sono intervenuta anche io in suo sostegno». Davanti al far west di opinioni aggiunge: «Non c’è più rigore logico e morale. Si parla di più degli insulti, dell’umanità o meno, di chi cerca notorietà…». E la sperimentazione? La sperimentazione passa in “secondo piano“, quando il 14 gennaio l’Italia dovrà decidere in tal senso.
NOI SIAMO RETE, LORO SONO LA MIA ISOLA – Sono bastati un paio di video per creare un putiferio. Lucia non segue lo stesso percorso di studi di Cate, lavora. Sotto l’urlo di “Io sto con Caterina” sono tante le facce immortalate in rete. Tanti destini diversi, tante storie alle spalle e un hashtag comune, quello lanciato nei giorni delle accuse contro la Fondazione Telethon: #iostoconlaricerca. Mentre Caterina ha chiuso il suo profilo e sta in ospedale (con una situazione polmonare che si è aggravata) gli altri fanno riecheggiare le sue parole. Per lei, per tutti. Solo ragioni, nessun protagonismo. Lucia ha un solo messaggio da far girare agli amici e a Caterina: «Grazie di esistere perché sono la mia isola di salvezza. Quando tutto il resto del mondo sembra esser sordo, loro hanno la capacità di dare un sostegno concreto prima col cuore che con la ragione». In questo tam tam di schieramenti spesso si ascolta la pancia e non chi, cartella per cartella, ha spiegato semplicemente le sue ragioni. Come spiegò al tempo Rita Levi Montalcini nel suo Elogio dell’imperfezione: «Credo di poter affermare che nella ricerca scientifica, né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine con esattezza il compito intrapreso, siano i fattori essenziali per la riuscita e la soddisfazione personale. Nell’una e nell’altra contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà: in tal modo possiamo affrontare problemi che altri, più critici e acuti, non affronterebbero».