Luca Lotti intercettato sul caso Csm si difende: «Contro di me solo fango»
13/06/2019 di Gaia Mellone
Luca Lotti pubblica un lungo post su Facebook per difendersi dalle accuse in merito al caso Csm. L’ex ministro del Pd sostiene che contro di lui sia stato gettato del fango e che siano state fatte affermazioni contrarie alla verità. Lotti quindi dichiara di non aver commesso alcun reato. Intanto spuntano le intercettazioni.
Luca Lotti intercettato
Il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio ha riportato nell’atto di incolpazione a carico di cinque togati del Consiglio Superiore della Magistratura che «si è determinato l’oggettivo risultato che la volontà di un imputato abbia contribuito alla scelta del futuro dirigente dell’ufficio di procura deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti». Il riferimento sembrerebbe puntare contro Luca Lotti che, intercettato, parlando con Luca Palamara avrebbe detto che a David Ermini, vicepresidente Csm, «qualche messaggio gli va dato forte». La frase sarebbe stata pronunciata il 9 maggio durante la famosa riunione per la nomina del successore di Giuseppe Pignatone.
Luca Lotti si difende su Facebook: «Basta fango e ipocrisie»
Luca Lotti però su Facebook continua a proclamarsi innocente e decide di raccontare in un lungo post quanto accaduto, confermando di aver incontrato in questi anni diversi magistrati, ma di non essere mai «venuto meno ai doveri imposti dalla Costituzione e dalle leggi». «In un incontro che si è svolto in un dopo cena ho espresso liberamente le mie opinioni: parole in libertà, non minacce o costrizioni – scrive Lotti ricostruendo le famose “riunioni” – È stato scritto che lì sarebbero state decise le nomine dei capi di alcune Procure, scelta che in realtà spetta al Csm: ricordo infatti che queste nomine vengono approvate da un plenum di 26 persone, sono proposte dalla V Commissione e necessitano il concerto del Ministro della Giustizia» Lotti quindi rigetta le accuse di aver «fatto pressioni in merito al futuro della Procura di Roma per avere dei vantaggi personali» e anche di aver avuto qualsiasi tipo di influenza sul processo Consip. « La realtà è che la Procura di Roma nel dicembre 2018 ha chiesto per me il rinvio a giudizio per favoreggiamento, ma anche l’archiviazione per il reato di rivelazioni di segreti d’ufficio .- spiega ancora Lotti – I miei dubbi su questa inchiesta li chiarirò durante l’udienza preliminare». Una cosa però ci tiene a chiarirla pubblicamente: «qualunque siano i futuri vertici della Procura di Roma la mia udienza davanti al Gup è già in corso e verrà definita come è giusto che sia, senza alcuna interferenza. Detto in altre parole: anche se il futuro il Procuratore di Roma dovesse essere mio fratello, la richiesta di rinvio a giudizio è già stata fatta e sto affrontando il procedimento penale. Non c’è alcun collegamento tra la nomina del Procuratore di Roma (che certamente non può dipendere da me) e il mio procedimento. Questa è la pura e semplice verità». «Questi i fatti. Il resto sono solo parole. Anzi, il resto è solo un contorno fatto di strumentalizzazioni, illazioni e ipocrisie».
Lotti commenta anche le intercettazioni riportate dai giornali, chiedendosi come sia possibile che queste siano arrivate nelle redazioni delle principali testate giornalistiche del Paese. «Le risposte a queste domande non sono a salvaguardia del sottoscritto, ma di tutti i liberi cittadini» conclude.
(credits immagine di copertina: ANSA/MAURIZIO DEGL’ INNOCENTI)
BASTA FANGO E IPOCRISIE. ECCO LA VERITÀ.In questi giorni ho dovuto sopportare una vera e propria montagna di fango…
Gepostet von Luca Lotti am Donnerstag, 13. Juni 2019