Le comunicazioni di mancato rinnovo di contratto attraverso un messaggio WhatsApp (ma con gli auguri di buon anno)

Succede a Bologna, a un gruppo di lavoratori nel settore della logistica

07/01/2022 di Redazione

La notizia è stata diffusa attraverso i canali del sindacato Si Cobas. Un messaggio via WhatsApp è bastato a un’azienda del settore della logistica a Bologna per comunicare la cessazione del contratto con 90 lavoratori. All’interno del messaggio, tra l’altro, si cercava di condividere le colpe tra le parti e – ciliegina sulla torta – si augurava anche buon anno agli ex lavoratori.

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Licenziamento via WhatsApp per 90 lavoratori della logistica a Bologna

«Buongiorno a tutti – è il testo del messaggio inviato -, vi comunico che con oggi 31 dicembre 2021 termina la nostra collaborazione così come i vostri contratti, anche il nostro contratto è terminato, purtroppo non è stato rinnovato, quindi il magazzino rimane chiuso questo a causa di tutte le vicende che conoscete bene e che hanno portato a questo risultato, errori fatti sicuramente da entrambe le parti. Nel mese di gennaio 2022 vi verrà corrisposto lo stipendio relativo al mese di dicembre e tutto il resto. Vi auguro buon anno».

Il sindacato, oltre a pubblicarlo online, ha affermato che per questi ex dipendenti non c’è stato modo di ricevere una spiegazione più articolata. Si Cobas, tra l’altro, ricorda come i dipendenti abbiano, già in passato, protestato per le loro condizioni di lavoro.

I precedenti che abbiamo registrato negli ultimi mesi

Il sistema delle comunicazioni di licenziamento attraverso gli strumenti di messaggistica o di videochiamata messi a disposizione in questo periodo di distanziamento sociale è purtroppo diventato una costante. Abbiamo analizzato, negli ultimi mesi, diversi casi simili. Quello più clamoroso, ovviamente, è avvenuto oltre oceano, con il CEO di Better.com che aveva annunciato il licenziamento via Zoom in una stanza con 900 dipendenti coinvolti. Un sistema che aveva colpito per la freddezza e per il distacco con cui era stata comunicata questa decisione. Ma anche in Italia ci sono stati casi simili: un’azienda del Torinese ha licenziato i suoi dipendenti con una videochiamata su Teams. In altre circostanze, invece, sono state raccolte storie di dipendenti raggiunti da uno scarno messaggio via smartphone.

Ecco, quello che andrebbe evitato a tutti i costi è banalizzare in questo modo il mondo del lavoro, non soltanto nel momento del rapporto tra azienda e dipendente, ma anche in una fase così delicata come quella dell’interruzione del rapporto stesso. In un mondo in cui i diritti sono diventati sempre più un miraggio, soprattutto per le nuove generazioni, la disumanizzazione del momento del mancato rinnovo o del licenziamento è l’ennesima deviazione dell’utilizzo della tecnologia.

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