Tempi duri per tutti. Dopo anni in cui le grandi aziende del digitale hanno vissuto in una sorta di stato di grazia, una bolla che ha consentito grandi investimenti e grandi manovre di assunzione, il 2022 – e i prossimi mesi ne saranno conferma – ha rappresentato una decisa manovra d’arresto per i profitti delle Big Tech. La prima cosa che è venuto in mente ai manager delle multinazionali, dunque, è stata la parola licenziamento. Ha licenziato Meta (11mila dipendenti a livello globale), ha licenziato Twitter (dopo l’acquisizione di Elon Musk), licenzierà Amazon (18mila dipendenti, l’1% della sua forza lavoro). Queste azioni hanno avuto ripercussioni anche in Italia.
In particolare, la vertenza che ha coinvolto 23 (poi diventati 12) dipendenti di Facebook in Italia si è risolta proprio in questi ultimi giorni. I sindacati, attraverso una serrata trattativa, sono riusciti a dimezzare il numero dei licenziamenti e a garantire condizioni economiche vantaggiose anche per coloro che, nei prossimi mesi, usciranno dall’azienda. Tuttavia, ci si aspetta che anche Amazon – in Italia – taglierà più di una posizione: al momento, quelli del reparto IT hanno ricevuto delle rassicurazioni, ma non è ancora chiaro cosa succederà alla logistica e a settori come la vendita al dettaglio di Amazon Fresh.
In generale, si sconta il ruolo sempre più preminente dell’intelligenza artificiale che – anche dal punto di vista giuslavoristico – dovrà in ogni modo essere regolamentata. Davvero conterà di più rispetto alla relazione umana tra azienda e dipendenti?
Il monografico di Giornalettismo:
È finita: si è conclusa la vertenza per i licenziamenti di Facebook in Italia
Come si è arrivati all’accordo tra Meta e i sindacati sui licenziamenti di Facebook in Italia?
L’Unione Europea sta provando a regolamentare il rapporto tra AI e forza lavoro?
Cosa si devono aspettare, in Italia, i dipendenti di Amazon sul fronte licenziamenti?
Le Big Tech dicono no ai dipendenti e sì all’intelligenza artificiale?
Perché Apple è l’unica a non aver licenziato i suoi dipendenti (almeno per ora)?
“Il ruolo dell’AI è inarrestabile, servono leggi e tutele sul lavoro” – l’intervista al prof. Cocozza