Perché Apple è l’unica a non aver licenziato i suoi dipendenti (almeno per ora)?

I non licenziamenti di Apple sono frutto di una strategia prudente che ora sembra pagare ma, anche per questa azienda, potrebbero essere in arrivo dei tagli

25/01/2023 di Redazione Giornalettismo

Le Big Tech hanno aperto una grande fase di licenziamenti nel mondo. Meta conta ora su 11 mila dipendenti in meno, Google ha contratto l’organico di 12 mila unità, Amazon conta 18 mila dipendenti lasciati a casa – e per quelli italiani abbiamo parlato con i sindacati che si sono occupati del caso – e, ultimi a livello cronologico, troviamo anche Spotify e Microsoft (che segna – 10 mila dipendenti in meno a fronte di un investimento di 10 miliardi nell’Intelligenza Artificiale in partnership con OpenAi). Si stima, nel settore tecnologico e solo dall’inizio del 2022, una contrazione di posti pari a 214 mila unità. E Apple in tutto ciò? Nonostante il momento di crisi mondiale – tra prezzi in aumento e la difficoltà su scala globale a livello economico, non si parla di licenziamenti Apple.

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Il caso dei non licenziamenti Apple

La tematica è stata approfondita in un articolo del Wall Street Journal che, di fatti, ha analizzato la questione parlando di «assunzioni snelle» e di tutta un’altra serie di accorgimenti che l’hanno portata a evitare, ora, di ritrovarsi a dover tagliare molti dipendenti. Il segreto, quindi, è stata una certa oculatezza nelle spese che altre Big Tech – consce della necessità di avere più dipendenti nel periodo pandemico in cui la vita virtuali di tutti è stata molto più intensa, Amazon in cima alla lista – non hanno avuto.

Tra il 2020 e il 2022 Apple si è dimostrata più misurata nelle assunzioni, facendo segnare un aumento di dipendenti del 20%. Un numero che, se paragonato alla percentuale di incremento dei lavoratori delle altre aziende, di per sé chiarisce già molto. Partiamo da Meta che ha segnato un +94% della forza lavoro (quasi un raddoppio), mentre Amazon è arrivato al raddoppio vero e proprio con un +100%; Alphabet di Google ha visto un aumento del 57% mentre Microsoft ha segnato un +53%.

Nonostante l’aumento di richiesta di beni e servizi forniti da queste società – prodotti Amazon, call per lavorare e fare lezione a distanza di Microsoft, intrattenimento per i social a partire da Facebook e Instagram -, il quantitativo di personale assunto, una volta tornati tutti alla normalità, si è rivelato eccessivo e sicuramente troppo da mantenere anche in luogo dell’aumento dei prezzi e delle difficoltà economiche a livello mondiale cui accennavamo anche prima.

Bonus con parsimonia

L’altra ragione individuata nell’inchiesta del WSJ risiede nella parsimonia con la quale Apple ha erogato bonus ai suoi dipendenti. Nel corso dello smart working, la società di Cupertino ha scelto di aiutare i propri dipendenti in maniera più sostenibile rispetto alle altre Big Tech. Tanto per citarne una, Meta e Google sono note per offrire ai dipendenti la mensa gratuita, cosa che Apple non ha mai fatto.

Cosa accadrà in futuro? Considerato che anche per Apple è previsto un calo di ricavi – che gli analisti collocano nell’ultimo trimestre del 2022 – vedremo come l’azienda sceglierà di correre ai ripari, considerato che sarebbe il primo periodo di calo dopo tre anni di incrementi continui. C’è comunque da considerare una serie di voci che – secondo AppleInsider, portale specificatamente dedicato a news, rumour e questioni Apple – che fanno riferimento alla possibilità di licenziamenti nel canale vendite statunitense.

Voci su licenziamenti Apple: cosa si sa finora

Le informazioni ottenute da AppleInsider sono frutto si mail in cui si parla di dipendenti dell’assistenza clienti al dettaglio che avrebbero ricevuto un preavviso di trenta giorni che li informa dei loro diritti relativamente al licenziamento, appunto. Non è ben chiaro quanti siano i lavoratori interessati ma, per ora, il volume dei licenziamenti sembra consistente abbastanza da poter provare a raccogliere informazioni da più fonti, come ha chiarito AppleInsider.

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