Le Monde s’interroga sul «mistero Giuseppe Conte»

26/05/2018 di Redazione

La stampa estera continua a interrogarsi su Giuseppe Conte. E mette in evidenza l’inesperienza politica del premier incaricato sostenuto da M5S e Lega. «Il mistero Giuseppe Conte» titola oggi il quotidiano francese Le Monde. «Se non è il primo presidente del Consiglio a presentarsi come un tecnico più che come politico – si legge – Giuseppe Conte è invece il primo capo di governo ad arrivare al potere senza alcuna esperienza di amministrazione. È evidente che non si era preparato a una tale promozione: le molteplici esperienze all’estero che figurano sul suo curriculum, molte delle quali sono apparse di fantasia, testimoniano del fatto che non si era preparato alla sovraesposizione mediatica che accompagna l’esercizio del potere, e che non aveva previsto che i giornalisti, un giorno, si sarebbero soffermato sul suo percorso».

La stampa estera e il «mistero» del premier incaricato Giuseppe Conte

Le Monde fa riferimento gli altri tecnici che hanno preceduto Conte (da Lamberto Dini a Mario Monti, da Carlo Azeglio Ciampi a Romano Prodi e Giuliano Amato, la figura del premier ‘tecnico’ non è certamente una novità della democrazia parlamentare italiana), che però avevano avuto esperienze di governo e nella pubblica amministrazione. Nell’inserto economico del quotidiano francese, inoltre, in apertura di parla di «spettro di una nuova crisi dei debiti». All’interno si legge l’interrogativo «Bisogna temere lo scenario di un ‘Italexit’?». «Sul fondo di una retorica euroscettica, una nuova crisi è possibile, temono gli economisti», spiega Le Monde. Nella stessa pagina, c’è anche un’intervista all’economista Francesco Giavazzi: «La coalizione non dà una risposta alle debolezze di fondo dell’economia».

Le parole forti di Le Monde arrivano dopo quelle del settimanale tedesco Spiegel, che in un editoriale ha attaccato in maniera netta l’atteggiamento italiano, non solo a livello politico. Il nostro viene descritto come un Paese di «scrocconi» relativamente alle posizioni espresse dai leader politici su debito pubblico e deficit. Un Paese che vive sulle spalle dell’Unione Europea. «Io non ho nulla contro persone che vivono al di sopra delle loro possibilità. Per me l’Italia – ha scritto l’editorialista – può continuare a praticare l’evasione fiscale come sport nazionale. Trovo però incomprensibile che si vogliano addossare i costi delle proprie decisioni politiche ad altri che hanno un’altra concezione della politica. Questo difficilmente si concilia con il mio concetto di democrazia. […] Chi vorrebbe essere considerato uno scroccone? Gli italiani, così almeno pare, hanno superato questa forma di orgoglio nazionale».

(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI)

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