Il M5S smentisce Laura Castelli sulla rimodulazione selettiva dell’Iva: «Altrimenti cade il governo»

02/10/2019 di Redazione

C’è chi – nel team economico del governo, nonostante l’approvazione del Nadef – continua a pensare che l’iva si possa rimodulare. Tagliando le aliquote per i beni di prima necessità e aumentandole, invece, per i beni di lusso o per quelli più dannosi alla salute. Che la proposta sia al vaglio delle varie componenti del governo, lo conferma anche la posizione di Laura Castelli che, nel corso di un’intervista a La Stampa, ha affermato: «Non è ragionevole che sulle patatine fritte ci sia l’imposta al quattro per cento. O che sia al dieci quella sui prodotti da collezione».

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Laura Castelli smentita dal M5S sull’iva

Il suo discorso sembrava mostrare un’apertura anche nel Movimento 5 Stelle alla revisione di alcune aliquote dell’imposta sul valore aggiunto. «Tabù non ce ne devono essere, su nulla – aveva inclazato l’attuale viceministra dell’Economia (che ha ereditato il suo ruolo dal precedente governo, una delle poche a essere riconfermate nel suo ruolo, ndr). Anche perchè ci sono aliquote che devono scendere».

Invece, questa mattina, il Movimento 5 Stelle alza la voce. E cestina automaticamente una posizione che, alla lunga, aveva convinto anche la stessa Laura Castelli. «Ancora oggi sui giornali sentiamo parlare di ‘rimodulazione’ dell’Iva – si legge in una nota -. Lo ribadiamo per l’ennesima volta: no a giochini e giri di parole, l’Iva non deve aumentare. Questo governo nasce su due principi fondanti: il blocco dell’Iva e il taglio dei parlamentari. Se uno dei due viene meno, allora si perde il senso di questo governo».

La scelta del Movimento 5 Stelle: «Facciamo cadere il governo»

L’opinione di Laura Castelli sul giornale di questa mattina, insomma, è stata ritenuta sacrificabile sull’altare della lotta all’iva. Una posizione su cui il Movimento 5 Stelle ha scelto di essere intransigente, nonostante una revisione selettiva possa portare, effettivamente, dei benefici alle classi più deboli dal punto di vista economico.

Addirittura, il Movimento 5 Stelle mette sul tavolo la caduta del governo, a due mesi dalla sua formazione. Per la serie, bisognava abbassare i toni rispetto alla fase salviniana. E invece assistiamo, impotenti, sempre allo stesso, devastante spartito.

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