Laura Castelli, la «millennial al governo» critica l’uso dei pc nei ministeri

01/07/2019 di Redazione

Laura Castelli ha ritenuto opportuno scrivere una lettera – che vi invitiamo a leggere – al quotidiano La Stampa per discutere di innovazione digitale. Ovviamente, i contenuti rappresentano un’esclusiva del giornale a cui la lettera era indirizzata. Nella breve sinossi che possiamo fornire, si può scrivere che Laura Castelli ha presentato le varie iniziative del governo per promuovere l’innovazione digitale anche nelle leggi. Un esempio su tutti che ha fornito è stata la legge sul reddito di cittadinanza, ‘nativa digitale’.

Laura Castelli si definisce una «millennial al governo»

Tuttavia, l’episodio sul quale vogliamo concentrarci è quello contenuto nelle primissime righe della lettera, in cui Laura Castelli si definisce una «millennial al governo». Nata il 14 settembre del 1986, infatti, la viceministro dell’Economia è una delle figure più giovani all’interno dell’esecutivo. E fa parte, tecnicamente, di quella generazione che si definisce ‘millennial’ perché ha vissuto gran parte della propria esistenza nel 2000, sfruttandone le maggiori potenzialità di comunicazione mediatica e digitale.

L’imbarazzo di Laura Castelli per l’uso del pc nei ministeri

Una corretta definizione dell’universo dei millennial, dunque, nonostante tante esemplificazioni della stampa contemporanea (che normalmente indica – sbagliando – in questa generazione tutte quelle persone nate nel nuovo millennio). Il fatto di essere una millennial consente a Laura Castelli di criticare, di fatto, l’apparato dei funzionari dei vari ministeri. «Entrata lì – ha scritto la Castelli – ho avuto l’impressione che i computer venissero utilizzati come macchine da scrivere o armadi per archiviare».

Insomma, Laura Castelli ritiene che – al momento – all’interno dei più importanti edifici pubblici che gestiscono l’amministrazione del nostro Stato non ci siano delle persone in grado di poter affrontare le sfide sempre nuove che la tecnologia ci mette davanti. La viceministro dell’Economia, infatti, ha affermato che nessuno all’interno dei dicasteri conosce la potenzialità degli ipertesti, il web semantico e l’analisi dei big data.

Un problema non da poco per uno Stato moderno. Quello della tecnologia informatica è un punto forte della programmazione del Movimento 5 Stelle. Che, come le parole di Laura Castelli sembrano anticipare, si vanta di aver portato l’innovazione digitale all’interno degli apparati dello Stato.

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