Accordo sul latte sardo a 74 centesimi al litro: Salvini lo aveva promesso a un euro, ma solo in campagna elettorale

Ci sono certe battaglie che si possono portare avanti soltanto in tempi di campagna elettorale. È il caso del latte sardo: dopo che le lotte degli allevatori – che sono arrivati a riversare nelle strade i loro prodotti, rendendosi protagonisti di blocchi e proteste – avevano caratterizzato tutta la campagna elettorale delle elezioni regionali in Sardegna, la trattativa era stata abbandonata dalla politica che conta, compresa quella messa in atto dal governo.

Latte sardo, trovato l’accordo a 74 centesimi al litro

In seguito alla vittoria di Christian Solinas, ottenuta grazie all’appoggio della Lega di Matteo Salvini che si era personalmente recato in Sardegna per un’intera settimana, il ministro dell’Interno ha messo in secondo piano nella sua agenda le rivendicazioni dei pastori sardi. Così, dopo che in campagna elettorale aveva promesso che il prezzo giusto per il latte con cui viene prodotto il pecorino famoso in tutto il mondo era di un euro al litro, ha lasciato cadere lì la proposta, optando per altri lidi (si veda l’imminente campagna elettorale in Basilicata, per le elezioni del 24 marzo).

Così gli allevatori sardi si sono dovuti arrangiare da soli e, partendo dalla base di 60 centesimi al litro per la quale protestavano, sono riusciti ad alzare il prezzo a 74 centesimi. Una proposta che sa di mediazione, dal momento che la categoria si era detta disposta a trattare dagli 80 centesimi in su. Invece, ha prevalso l’urgenza di risolvere la situazione dopo che le lotte avevano praticamente bloccato il mercato agricolo e lattiero caseario dell’isola.

Il disimpegno di Salvini che aveva promesso il latte a un euro al litro

L’accordo sui 74 centesimi è stato firmato questo pomeriggio, davanti al prefetto di Sassari Giuseppe Marani. La trattativa è stata portata avanti dalle sole associazioni di categoria, dal momento che al tavolo tecnico non era presente nemmeno la Regione: il nuovo presidente della Sardegna Christian Solinas, infatti, non è stato ancora proclamato a causa del protrarsi delle operazioni di scrutinio, sempre molto lunghe in Sardegna.

Fa riflettere comunque come le battaglie di determinate categorie di lavoratori siano adattate a uso e consumo della politica, per un lasso di tempo sempre più limitato. Sono bastati dieci giorni a Matteo Salvini per sposare la causa dei pastori e poi abbandonarla. Non avrà ritenuto soddisfacente il risultato ottenuto in Sardegna (con la Lega che si è fermata all’11,3%)? Oppure sono altre le questioni al centro della propria agenda?

FOTO/ARCHIVIO ANSA

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