L’uomo che va in giro a filmare la bufala dei «kebabbari aperti e ristoranti italiani chiusi»

Video girato a Trastevere, nella capitale. Ma è un locale italiano e al suo interno sta seguendo le regole dell'asporto

19/01/2021 di Enzo Boldi

La bufala d’asporto per rendere più gustose le fregnacce (e no, non stiamo parlando del tipico piatto abruzzese). Apprezziamo il coraggio dell’uomo che, nonostante il freddo che sta attanagliando la capitale (e molte altre zone d’Italia) negli ultimi giorni, si è prodigato per andare a filmare lo scandalo dei «kebabbari aperti ristoranti chiusi». Peccato che quello immortalato nel filmato non sia un negozio di cibo di tradizione mediorientale, ma un esercizio commerciale italiano. E, inoltre, era aperto in linea con le regole vigenti.

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Questo il filmato che, nelle ultime ore, ha raggiunto un’ampia (ed evitabile) viralità. A condividerlo (in modalità pubblica, proprio per essere condiviso il più possibile) è stato lo stesso autore.

Partiamo dalle basi. Si tratta di un video in diretta e questo riesce a contestualizzare la data e soprattutto l’orario in cui è stato girato il filmato in quel di Trastevere, nel cuore di Roma. Era sabato 16 gennaio 2021, ore 18.45. Riferimenti temporali importanti: in quel giorni, infatti, il Lazio era ancora in zona gialla (è diventato arancione domenica 17). Quindi bar, ristoranti e tutte le altre attività potevano rimanere aperti per l’asporto. E il locale, Dar Bruschettaro (quindi non un kebabbaro), stava vendendo i suoi prodotti per il take away.

Kebabbari aperti ristoranti chiusi, la bufala in un video a Trastevere

Già questo basterebbe per smontare la bufala dei «kebabbari aperti ristoranti chiusi», con un chiaro ammiccamento alla presunta etnia straniera dei proprietari. Ma la figuraccia del signore protagonista consapevole di questo video viene svelata ancor di più da Bufale.net: come detto in precedenza, infatti, non si tratta di un ristorante che vende kebab, ma di un esercizio commerciale che vende ai propri clienti prodotti romani e altri cibi tipici del fast food. Basta fare un rapido confronto con Google Maps, con annesse foto del locale aperto e chiuso. Insomma, una vera e propria fregnaccia vista da oltre mezzo milione di persone.

Gli assembramenti

Il vero problema di quel video – perché ce n’è uno – è rappresentato dagli assembramenti. Nel filmato, infatti, si vedono tantissime persone nei dintorni del locale (che non è un kebabbaro) intenti a mangiare quanto comprato. Quello è l’unica questione grave di questo video, non di certo la provenienza geografica del commerciante. Che, oltretutto, è italiano.

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