«In Killnet pare, anche se non è certo, che ci siano anche italiani»
A dirlo è Paolo Galdieri, docente di Informatica Giuridica alla Luiss. Ma questo concetto si sta diffondendo sempre di più
01/06/2022 di Redazione
Man mano che stanno andando avanti le minacce del gruppo di hacktivisti filo-russi Killnet (e della loro ala più aggressiva, denominata Legion), le autorità italiane stanno acquisendo delle informazioni sempre più dettagliate, che vanno anche oltre ai dati che vengono pubblicamente diffusi attraverso i loro canali di informazione ufficiali (ad esempio, il gruppo Telegram We are Killnet). Stando a quanto emergerebbe in queste ore, alcuni esponenti di Killnet potrebbero anche essere italiani. Ad affermarlo in televisione è il docente di Informatica Giuridica dell’università della Luiss Paolo Galdieri. Ma è una teoria che è emersa, tra le righe, anche in un articolo pubblicato questa mattina da Repubblica in cui si parla della battaglia senza quartiere, avvenuta nelle ultime ore, tra Killnet e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
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Italiani in Killnet, la teoria che viene presa in esame
«Killnet è un gruppo filo-Russia. Non sono solo russi: si conta che sono 1000-1500 persone prevalentemente russi, ma non solo. Si crede, anche se non è certo, che ci siano anche italiani. Sono di fatto l’altra faccia di Anonymous e si fronteggiano in questo campo immateriale, avevano detto che ieri avrebbero attaccato i siti italiani, sono stati anche ironici perché hanno chiesto alla Russia di ricordarsi di loro». Sono le parole di Paolo Galdieri a DiMartedì. Nel dibattito sui possibili attacchi hacker all’Italia è emerso, dunque, questo dettaglio importante.
Una indicazione in questa direzione, molto probabilmente, è stata data anche dal messaggio comparso su Telegram nella giornata di ieri, 24 ore dopo l’annunciato «attacco hacker irreversibile» ai siti governativi italiani. In un italiano tutto sommato buono, infatti, gli hacktivisti di Killnet avevano reso – non si sa se in modo più o meno ironico, più o meno preoccupante – l’onore delle armi alla squadra del Csirt, il team di risposta cibernetica che opera in seno all’Agenzia nazionale per la cybersicurezza.
«Eccellenti specialisti lavorano in questa organizzazione – aveva scritto Killnet nella giornata di ieri -. Ho effettuato migliaia di attacchi a tali organizzazioni: anche cyberpol non dispone di un tale sistema per filtrare milioni di richieste. Al momento vedo che questi ragazzi sono dei bravi professionisti! Falso governo italiano, ti consiglio di aumentare lo stipendio di diverse migliaia di dollari a questa squadra. CSIRT, accettate i miei rispetti, signori!». La presenza di questi messaggi aveva già stupito gli addetti ai lavori: di solito, gli hacktivisti hanno comunicato in russo o – al massimo – in inglese. La presenza di messaggi articolati in italiano (anche se non del tutto corretti dal punto di vista formale) sono stati sicuramente interessanti per gli osservatori del fenomeno.
Sicuramente, le varie indagini che sono state aperte relativamente agli attacchi hacker che hanno colpito alcuni portali istituzionali italiani cercheranno di fare luce anche su questo aspetto e su presunti coinvolgimenti di italiani tra le fila di Killnet. Le procure, nel frattempo, indagano per terrorismo.