«È stato tramite i social che si sono scoperti nuovi modi di organizzare i viaggi»

Un lavoro chiamato viaggio. Intervista a Sara Vaiani

07/10/2023 di Hilde Merini

Una volta si viaggiava carta alla mano, seguendo le varie tappe con il dito sulla mappa. Oggi Google Maps fa buona parte del lavoro, mentre lo spazio che resta per suggerimenti e tricks è affidato alle abilità dei moderni viaggiatori di professione: i travel content creator.

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L’intervista a Sara Vaiani, lo sguardo dentro al suo progetto

Sara Vaiani è una giovane ragazza di 26 anni di Roma, che di professione fa ormai da qualche anno la travel content creator. Sui social potete trovarla come @saravaiani. Il suo percorso inizia nel 2016 grazie al suo primo viaggio all’estero, in cui si accorge di quanto fosse forte la sua passione per il viaggio e inizia a ragionare sulla possibilità di condividere online i suoi viaggi. «Ci è voluto qualche altro anno per maturare l’idea di diventare una travel creator non avendo anche ancora gli strumenti adatti (e anche Instagram era ancora agli inizi); poi c’è stata la pandemia e subito dopo ho cercato di concretizzarla» – ci racconta Sara. 

Diversa la fase in cui, post pandemia, questa scommessa è diventata realtà lavorativa. Insieme a quella è arrivato, come spesso ci capita di raccontare nella nostra rubrica, lo stress e la pressione. «In parte, diventando un lavoro e cercando di portare contenuti di qualità elevata sento un po’ la pressione di riuscire a fare tutto e nel miglior modo possibile», nello specifico infatti il problema è che «spesso parte del viaggio va via girando contenuti quindi poi il tempo effettivamente a disposizione per goderselo non è molto ma nonostante questo resta un lavoro che ho tanto sognato di fare quindi lo avevo messo in conto». 

Un momento significativo nella sua carriera è stato sicuramente il periodo del Covid, la pandemia ha infatti avuto un impatto significativo e imponente su tutte le attività dei travel creator. Alcuni hanno rinunciato, altri sono stati costretti a reinventare format e modalità: «Io ho cominciato a condividere i miei viaggi in maniera più professionale subito dopo la pandemia ma resta il fatto che è stato un momento difficile in cui si è stati costretti a reinventarsi; poi anche a livello psicologico non è stato facile ma questo credo un po’ per tutti» – dice Sara.  

Cosa significa per un creator essere sempre in viaggio per lavoro

Un altro fattore da non sottovalutare è l’impronta economica dei viaggi sui creator. Secondo Sara questo incide relativamente, perché «ci sono destinazioni più care e meno care e sicuramente partire da una buona disponibilità economica aiuta ma oggi con tutti i modi che ci sono per risparmiare prima e durante il viaggio, si riesce ad organizzare senza spendere grandi cifre». Inoltre, Instagram (e prima ancora YouTube) e i social in generale, hanno sdoganato il viaggio cheap. Sara ci dice la sua versione: «È stato tramite i social che si sono scoperti nuovi modi di organizzare i viaggi; hanno permesso di scambiarci informazioni e consigli su come risparmiare anche nella prenotazione di volo e hotel e questo ha fatto sì che viaggiare diventasse accessibile a sempre più persone».  

Una parte importante del lavoro di Sara è anche quello di interfacciarsi con le piattaforme, sempre più complesse e bisognose di attenzioni particolari sul contenuto.  

«Io utilizzo principalmente Instagram e TikTok e secondo me è proprio diverso il modo di comunicare – ci dice, specificando che – TikTok è più immersivo, si interagisce con l’utente in maniera diretta attraverso video con poco o addirittura senza editing mentre Instagram nasce comunque come social per condividere foto e quindi mantiene un po’ questa sua “caratteristica” nonostante i reel».   

«Come ho detto prima spesso parte del viaggio va via per creare contenuti quindi poi il tempo a disposizione effettivamente per goderselo è poco», Sara ci tiene a ricordare che, a differenza di quanti molti pensano, il “privilegio” dei content creator ha anche delle sfaccettature oscure: «io, per esempio, il giorno lo passo a scattare foto e girare video e la sera ad editare. Inoltre, si tratta comunque di esporsi sui social con la possibilità anche di ricevere commenti negativi e nonostante si cerchi di dargli il giusto peso, non è sempre facile accettarli». 

Il rapporto con i social ha subito rapito Sara, che ci dice come si sia subito appassionata a questo mondo: «Amavo scattare foto e condividerle ma volevo anche capire come potessero rendere al meglio. Vedevo questi profili bellissimi di altre influencer e mi è venuta la curiosità di capire come facessero a renderlo così curato, e di conseguenza ho cercato di capire anche come sfruttare al meglio Instagram e i programmi di editing come Lightroom». Ha iniziato perciò a sperimentare un po’ con le app, e poi seguendo veri e propri webinar di influencer nordamericane, oltre che seguire gli immancabili tutortiale su YouTube.  Questa sapienza accumulata Sara non voleva tenerla per sé, infatti ad oggi risulta una delle poche influencer italiana d avere una rubrica con “tips&tricks” per i contentuti online. Come ci dice: «Da lì ho pensato che anche ad altre persone potesse interessare capire come migliorare il proprio profilo in tempi brevi e in modo facile e quando Instagram ha introdotto i reel ho utilizzato questo strumento per condividere piccoli consigli in merito e così è partito tutto».  

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