Lo “strano” approccio degli Stati Uniti sull’intelligenza artificiale

Non esiste e non è prevista una legge o un regolamento. Al momento c'è solo un "perimetro" e un impegno da parte di sette grandi aziende con il governo USA

30/07/2023 di Redazione Giornalettismo

Da una parte un regolamento strutturato, con regole precise da seguire se non si vuole cadere in sanzioni. Dall’altro un “impegno” da parte di sette aziende multinazionali in cui si definisce il campo di azione senza prevedere alcuna multa in caso di violazione. Le differenze tra la gestione delle Big Tech da parte degli USA e quella della UE è soprattutto nell’approccio, con notevoli differenze soprattutto nella percezione di come esistano e sussistano due modalità diverse per analizzare e cercare di mettere sui corretti binari lo sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale.

Intelligenza artificiale, gli USA puntano sull’autoregolamentazione

Nelle ultime ore, infatti, il numero uno della Casa Bianca – Joe Biden – ha spiegato i punti fondamentali dell’impegno assunto da sette grandi aziende che si occupano (anche) di intelligenza artificiale (Amazon, Anthropic, Google, Inflection, Meta, Microsoft e OpenAI, ma non Apple) nei confronti degli Stati Uniti. Comportamenti che, in linea di massima, sembrano ricalcare parte delle indicazioni e delle regole approvate dal Parlamento Europeo con l’AI Act, ma con una differenza sostanziale: negli USA si punta all’autoregolamentazione, nell’Unione Europea si è puntato su un regolamento discusso e definito. Storie di approcci diversi, soprattutto per via di un fattore geografico: le multinazionali che si occupano di sistemi di intelligenza artificiale (le più note, i cui prodotti sono più diffusi) hanno sede proprio negli Stati Uniti.

E mentre anche la Cina si appresta a rendere effettivo una propria legge interna sull’intelligenza artificiale (basti pensare, per esempio, che il sistema chiuso cinese ha portato OpenAI a non rendere disponibile ChatGPT nel Paese), Google rilancia le proprie ambizioni sul mondo dell’editoria e dell’informazione. Dopo aver detto di non voler quasi più puntare sul “giornalismo”, ora ha presentato ad alcuni grandi editori americani Genesis, l’AI per “supportare” il lavoro dei giornalisti. Sostegno, aiuto o prossimo passo verso la sostituzione?

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