Il tema del rapporto tra TikTok e gli incel sollevato da alcuni utenti

Le ricerche hanno dimostrato che ci sono alcuni aspetti che la piattaforma sembra sottovalutare, collegati a questa particolare forma di odio ingiustificato nei confronti delle donne

23/11/2021 di Gianmichele Laino

Abbiamo analizzato più volte il tema degli incel. Si tratta di quei ragazzi (la definizione è una contrazione dell’espressione involuntary celibate) che in qualche modo manifestano una visione misogina del mondo, attaccando le donne dietro la “scusante” di non essere abbastanza considerati da loro, facendo del vittimismo in proposito. Il problema è che questo vittimismo spesso diventa violento e sfocia in comportamenti, soprattutto in rete, che vanno dall’inopportuno al pericoloso. C’è un tema che riguarda gli incel su TikTok. Diversi utenti, infatti, hanno sollevato un tema sulla piattaforma: alcune offese, alcune frasi di odio, alcune espressioni molto pericolose sembrano non essere state ritenute contenuti degni di entrare sotto la lente d’ingrandimento della moderazione. Un’analisi dell’Institute of Strategic Dialogue – che risale allo scorso mese di agosto – ha dimostrato un sospetto aumento della misoginia sui TikTok e, dunque, alcune testate come Vice hanno deciso di approfondire la tematica.

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Incel su TikTok, l’analisi e i contenuti che faticano a essere rimossi

Ad esempio, Vice ha analizzato una serie di video legati in qualche modo a Elliot Rodger, una persona che – prima di togliersi la vita – nel 2014 aveva compiuto una vera e propria strage nei pressi del Campus Ateneo di Santa Barbara, in California. Quest’ultimo aveva realizzato dei video in cui parla in termini dispregiativi delle donne. Questi video erano facilmente recuperabili – sostiene Vice – proprio su TikTok. Dopo la denuncia della testata, del resto, la piattaforma sembra averli rimossi.

Tuttavia, il tema si esplicita anche attraverso il monitoraggio di hashtag che vengono spesso utilizzati su TikTok da persone che in qualche modo si avvicinano alla definizione di incel. La piattaforma ha bloccato diversi termini offensivi che questa community solitamente utilizza, ma non riesce a porre un argine quando questi stessi termini, ad esempio, sono utilizzati con una grafia alternativa, con l’intento di aggirare le regole di moderazione basate sull’intelligenza artificiale. TikTok ha spiegato che non c’è posto per l’odio sulla piattaforma e che non viene tollerato alcun contenuto o account che attacchi, inciti alla violenza o disumanizzi in altro modo le persone sulla base del loro genere.

In effetti, la piattaforma sta facendo di tutto – e lo abbiamo visto anche in occasione del report sulle challenge pericolose che si diffondono online – per cercare di arginare fenomenti violenti veicolati attraverso video sulla propria piattaforma. E rappresenta sicuramente una delle realtà che riesce a garantire in maniera migliore ai brand che utilizzano questo veicolo per fare promozione di non finire all’interno di un flusso caratterizzato da contenuti inappropriati: in questo modo, i marchi non vengono in alcun modo associati a linguaggio d’odio, bufale o altri video fuorvianti.

Tuttavia, occorre effettuare una riflessione sulla preminenza dell’intelligenza artificiale nell’ambito della moderazione dei contenuti online, visto che molte cose (l’esempio degli hashtag basati su parole scritte in grafia errata per non essere intercettati è lampante) possono sfuggire alla macchina, causando una esperienza negativa sulla piattaforma. I numeri dell’hashtag #redpill – una variazione su un tema collegato al mondo degli incel – sono importanti.

Il tema è stato sollevato e sono presenti diverse testimonianze che hanno, in generale, analizzato l’argomento incel sotto diversi punti di vista e attraverso diverse piattaforme. In Italia, ad esempio, sono presenti diversi canali Telegram che utilizzano il lessico specifico degli incel e che, all’interno del proprio nome, fanno riferimento parole chiave diffuse in questa comunità (MGTOW – Men Going Their Own Way). Insomma, non è solo un problema di TikTok, ma – in generale – della diffusione attraverso varie piattaforme di tematiche d’odio che assumono solo diverse declinazioni ma che, nella sostanza, sono tutte uguali a se stesse e, per questo, condannabili.

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