I politici come boomer: Instagram e TikTok, i due grandi sconosciuti

I politici italiani non sono pronti a confrontarsi con i nuovi social: lì meme e slogan per screditare l'avversario non funzionano

25/07/2022 di Clarissa Cancelli

Con la caduta del governo Draghi, l’Italia si prepara alla campagna elettorale che, naturalmente, avrà un corrispettivo anche sui social. Attacchi diretti, frecciatine, slogan. Insomma, la solita comunicazione pre-elezioni vista e rivista. Anche perché, come viene spiegato da alcuni esperti, i politici italiani non sono pronti a confrontarsi con i nuovi social: lì meme e slogan per screditare l’avversario non funzionano.

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Instagram e TikTok: i nuovi social usati (male) dai politici italiani

Come ha spiegato a Repubblica Dino Amenduni, comunicatore politico e pianificatore strategico dell’agenzia di comunicazione barese Proforma, «dal punto di vista comunicativo non sarà una campagna innovativa. Non c’è il tempo, dura appena due mesi. E rispetto a quella del 2018 sarà ancora più polarizzata, aggressiva e di basso profilo nei temi e nelle conversazioni. Non ci sarà molto spazio per l’approfondimento». La strategia degli attacchi agli avversari e dei mantra da ripetere all’infinito può funzionare su Facebook, ma non sui nuovi social come Instagram e Tik Tok. Qui le vere campagne elettorali vengono create e portate avanti dagli influencer e non dai politici. «Cambiare approccio ora – spiega ancora Amenduni – e per esempio trattare in campagna elettorale un tema caro ai giovani senza averlo mai considerato prima potrebbe avere un effetto boomerang. Risulterebbe poco credibile».

Contro gli influencer non hanno speranza

I politici, come succede quasi sempre, si limiteranno a pubblicare casi di cronaca, argomenti di attualità, frecciatine sparse qua e là, senza riuscire a catturare l’attenzione dei giovani. «Quello che mi immagino è piuttosto una campagna parallela degli influencer. Con i loro contenuti saranno pronti a smentire dichiarazioni false o decontestualizzate e a smascherare chi si appropria di cause all’ultimo momento -aggiunge – Non mi aspetto che diano indicazioni di voto precise, ma qualcosa di più generale: un generico invito a votare per i partiti che si sentono vicini alla propria causa. Ma soprattutto credo che faranno molto pressing per spingere i giovani al voto». Un esempio, in questo caso, può essere Fedez, sempre molto attento alle dinamiche politiche. L’anno scorso si vociferava persino una  sua «discesa in campo». Il rapper duella da sempre con Matteo Salvini e Matteo Renzi, porta avanti battaglie a favore della comunità Lgbt e, insieme a Chiara Ferragni, ha firmato per il referendum sull’eutanasia. Non è, dunque, impossibile che intervenga sui social proprio in occasione delle elezioni. E si sa, di fronte a un influencer, su Instagram, un politico non ha chances. Per non parlare di Tik Tok, il grande assente. È un social praticamente sconosciuto al mondo degli adulti. Basti pensare che sulla piattaforma sono presenti solo Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Giuseppe Conte. Ancora una volta, si punterà tutto su Facebook, vera culla social dell’elettorato (anagraficamente). Poco spazio all’approfondimento, meme, attacchi ai rivali e così via.

 

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