Tra gli haters della Boldrini, rinviato a giudizio sindaco della Lega
17/07/2018 di Gianmichele Laino
Le indagini sugli haters di Laura Boldrini stanno andando avanti e stanno portando anche i primi risultati. L’ultima notizia, che apre particolari spazi di riflessione sull’odio personale portato avanti anche da esponenti politici, riguarda il sindaco della Lega di Pontinvrea, un comune in provincia di Savona. Il primo cittadino è stato rinviato a giudizio e la sua udienza, nell’ambito della quale Laura Boldrini si costituirà parte civile insieme ad altre associazioni che si battono da anni contro la violenza sulle donne, si terrà il prossimo 17 settembre.
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Haters Boldrini, la storia del commento sessista del sindaco di Pontinvrea
Più di un anno dopo, dunque, rispetto ai fatti contestati. Il sindaco di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, aveva commentato in maniera sessista la notizia dello stupro di Rimini. Il fatto di cronaca avviò un ampio dibattito a sfondo razzista, populista e qualunquista, evidenziando la differenza tra stupratori stranieri e vittime. A tal proposito, il primo cittadino della Lega si lasciò sfuggire su Facebook: «Potremmo dargli gli arresti domiciliari a casa della Boldrini magari gli mette il sorriso… …che ne pensate?».
Il post provocò la reazione indignata di utenti comuni e famosi (il giornalista Enrico Mentana, ad esempio, apostrofò duramente il sindaco del comune del Savonese) e fu prima modificato e poi rimosso definitivamente dallo stesso sindaco (che, qualche tempo dopo, si dichiarò pentito per quelle sue parole e pronto a scusarsi con Laura Boldrini).
Haters Boldrini, i progetti di educazione civica digitale
Ma non c’è soltanto il sindaco della Lega nel mirino degli inquirenti. C’è stata una condanna al pagamento di una multa di mille euro per offese alla ex presidente della Camera subito dopo i fatti di Macerata e il raid razzista di Luca Traini («Doveva andare sotto casa della Boldrini e gambizzarla») e ci sono diversi fascicoli aperti.
Come già affermato qualche settimana fa, Laura Boldrini – ora deputata di Liberi e Uguali – ha ribadito che le somme di denaro ottenute in seguito ai vari risarcimenti andranno a finanziare progetti di educazione civica digitale nelle scuole: «Internet non è il Far Web – ha detto la Boldrini al Corriere della Sera -, minacciare e insultare online produce lo stesso effetto che produce nella realtà. Dall’altra parte della tastiera c’è sempre una persona che legge il messaggio».